Stampa questa pagina

Impugnata dal Governo la legge regionale sulle telecamere nelle RSA, la protesta di Tutolo

Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge regionale pugliese che obbliga le Rsa e i centri per anziani a installare le telecamere per garantire la sicurezza degli ospiti e evitare casi di violenze e aggressioni. Nelle motivazioni dell'impugnazione davanti alla Corte Costituzionale si legge che la norma regionale non rispetta i principi e la stessa disciplina generale di protezione dati.

TUTOLO. In giornata è arrivata la risposta del Consigliere regionale Antonio Tutolo (Gruppo Misto), presidente della II Commissione, che scrive: “Prendo atto dell’ennesima mossa del governo nazionale che impugna ben tre leggi emanate dalla Regione Puglia negli ultimi mesi, tra cui quella proposta da me sull’introduzione delle telecamere nelle Rsa e nelle strutture sanitarie che ospitano anziani e persone con disabilità. Una legge che finalmente avrebbe garantito tranquillità, sicurezza e serenità ai pazienti, alle loro famiglie e agli stessi lavoratori”.

SI NEGA L'EVIDENZA.Nonostante - continua il consigliere regionale - i chiari richiami normativi a leggi nazionali e al Regolamento europeo circa la privacy con, tra l’altro, inserimento dell’indispensabile consenso del paziente o dei suoi parenti, si è preferito portare il testo davanti alla Corte Costituzionale. Bene, alla luce anche dei recenti fatti di cronaca che hanno interessato alcune strutture in cui anziani e disabili inermi sono stati brutalmente malmenati e hanno subito indicibili violenze, mi interessa sapere come il governo intende garantire e tutelare la sicurezza degli ospiti delle Rsa e prevenire eventuali abusi. Spieghi se è disposto a continuare a negare l’evidenza, a ignorare il problema e a passare sull’operato di alcuni balordi invece di proteggere gli anziani e i fragili”.

LEGGE FERMA IN SENATO.Visto che i provvedimenti legislativi in materia sono ‘attribuiti in via esclusiva allo stato’ - come si legge nelle motivazioni -, allora il Parlamento chiarisca quando e con quali strumenti intende tutelare le vittime dai carnefici, anche considerato che giace ormai da diversi anni in Commissione al Senato una proposta di legge simile a quella presentata da me. Dunque, perché non si legifera? Mi pare che la politica - conclude Tutolo - e in questo caso non di certo quella della Regione Puglia, abbia tempi ben diversi da quelli dettati delle esigenze dei cittadini”.

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload