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In 20 secondi la “casta” dei consiglieri regionali pugliesi reintroduce il vitalizio

Tra i firmatari anche il foggiano De Leonardis

La notizia è della Gazzetta del mezzogiorno di ieri ed è di quelle che contribuiranno a far accrescere il sentimento di avversione verso la “casta”: i consiglieri regionali pugliesi, nella seduta del 3 aprile scorso, si sono di fatto “autovotati” la reintroduzione del vitalizio, istituto che prevede la possibilità di ricevere a vita un vero e proprio trattamento pensionistico al termine di un singolo mandato di cinque anni.

EMENDAMENTO AD HOC. Abrogato in pompa magna nello scorso novembre con annunci trionfalistici sui risparmi di spesa per i pugliesi, il vitalizio è stato recuperato grazie alla mano sapiente di un gruppo di consiglieri che ha inserito un emendamento ad hoc, nascosto tra le pieghe di una delibera che parlava di tutt’altro.
IL TESTO. E così in una legge che tratta di referendum consultivi e abrogativi, nove consiglieri interessati alla questione hanno pensato bene di inserire un articolo che modifica le norme sui vitalizi: “I consiglieri regionali eletti nella IX legislatura – così recita il testo e indovinate un po’ a quale legislatura ci si riferisce – “hanno facoltà di versare le somme corrispondenti ai contributi previdenziali mensili […] occorrenti per completare il quinquennio contributivo della legislatura in corso, purché abbiano maturato un’anzianità contributiva non inferiore a trenta mesi”. Sette misere righe che, in pratica, attraverso il sistema del riscatto oneroso dei contributi, resuscitano da un lato ciò che si dava per sepolto dall’altro.
VOTAZIONE FLASH. Una norma ad personas, poche per la verità, a discapito di un’intera collettività. Conti precisi è impossibile farne ma di sicuro uno schiaffo a coloro cui si impongono sacrifici ed imposte. E se qualcuno pensa che la decisione non sia stata presa a cuor leggero, resterà deluso. Per prenderla sono bastati pochi secondi, quelli necessari al presidente del consiglio Introna di introdurre l’argomento quasi controvoglia, senza alcuna discussione e informativa. Basta leggere i resoconti stenografici o, ancor più, guardare il video della riunione sul sito del consiglio regionale. Provare per credere.

DIETROFRONT. Scappati i buoi, si è tentato goffamente di chiudere il recinto. Onofrio Introna ha preannunciato, da parte dell’Ufficio di Presidenza “l’abrogazione della norma, nella prossima seduta consiliare”. Zullo, neo capogruppo del Pdl, che ha “esordito” come firmatario di una norma pro domo sua ha, un’altra volta sapientemente, fatto marcia indietro:“Non è sufficiente agire per il giusto – ha affermato Zullo - è indispensabile che la collettività percepisca come giuste ed eque le decisioni che assumiamo. La norma del riscatto facoltativo e a titolo oneroso, pur ritenuta equa, se sentita iniqua dalla collettività, si abroghi pure”. Bontà sua.

TRA LE FIRME SPUNTA QUELLA DI DE LEONARDIS. E come ogni storia degna di questo nome c’è stato anche il giallo sui firmatari. In un primo tempo Decaro era stato inserito tra di essi ma dopo il suo comunicato: “Non ho firmato nessun emendamento e non ho votato la norma citata nell'articolo… al momento del voto della legge non ero nemmeno presente in Aula” si è capito che l’autografo era quella del foggiano De Leonardis. Colpa di una firma apposta in tutta fretta che si ferma alla “n”, probabilmente semplicemente per abitudine. Visto a posteriori quasi un rimorso di coscienza della sua mano destra a sottoscrivere “l’emendamento ballerino”.

di Redazione 


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