Tra "avvelenatori di pozzi" e passi indietro: troppa benzina sul fuoco alimenta gli incendi
La (tardiva) presa di distanza del sindaco di Foggia
Ninni Corda non ha fatto nomi e cognomi. Ma, stavolta è difficile dargli torto. E qualcuno, deve essere stato toccato dal suo impulsivo post, scritto a poche ore dall'agguato a Federico Gentile. Soprattutto nella parte in cui fa riferimento ad "avvelenatori di pozzi e gente che gettava benzina sul fuoco", più di qualcuno in città deve essersi sentito chiamato in causa. Salvo, poi, fare acrobatici passi indietro.
LE FIAMME. Perché Foggia è una città che non crede alle classifiche sulla qualità della vita ma poi le sbandiera a proprio piacimento, quasi rivendicandole. Ed è una città dove si sguazza nel fuoco, si svuota la tanica di benzina ma poi, di colpo, ci si sorprende che scoppi l'incendio. Eppure, a quel punto, fermare le fiamme diventa difficile. Stanotte, tornando alla realtà e uscendo fuor di metafora, fortunatamente le fiamme le hanno spente i vicini di Federico Gentile. E così resta "solo" un forte trauma e un grosso spavento per l' (ex) capitano, il rossonero senza più fascia, uno di quelli del cosiddetto "cerchio magico". L'intoccabile, il fedelissimo di Felleca e Corda. E proprio per questo, uno di quelli più bersagliati nella fase più acuta della trattativa per la cessione delle quote, quel triste teatrino del "vendi la società" condito da striscioni e incontri a Palazzo di Città.
L'IMMAGINE. Già, Palazzo di Città. Oggi Gentile ha varcato quel portone per andarsi a prendere la solidarietà del sindaco, Franco Landella, a nome di tutta la città. Ma non solo: Landella, che sino a ieri è stato tra coloro che ha chiesto in più occasioni alla società di riflettere e ne ha messo in discussione la solidità economica, ha giustificato le contestazioni ma ha annunciato "non uno ma dieci passi indietro". Verso dove? "Da oggi non sarò più disposto a negoziare e trattare, o fare atti che possono invitare la società a riflettere sulla sua gestione. Perchè prima del Foggia calcio viene l'immagine della città che non può essere macchiata da balordi che vogliono imporre con la violenza i propri desideri". In sostanza, un'autocritica. Come a dire: avete esagerato, prendo le distanze.
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