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Incidenti stradali, un anno fa la morte di Antonio La Grasta

Lo sconforto dei parenti: “Vittime e familiari non sono tutelati dalla legge”

È trascorso un anno, da quel drammatico 13 giugno 2016. Un anno dal tragico incidente stradale, che provocò la morte del 58enne Antonio La Grasta, sulla statale 17 che collega Foggia a Lucera. Una vicenda che si è conclusa con un patteggiamento: la settimana scorsa, infatti, Nicola Cifelli - l’uomo che conduceva l’auto che ha tamponato la Ford Mondeo guidata da La Grasta -, è stato condannato a una pena di 12 mesi (sospesa) e ha subito la sospensione della patente per 16 mesi.

LA FAMIGLIA. Una sentenza che ha provocato l’ulteriore sconforto della famiglia della vittima, che ha deciso di affidare a una breve nota la propria rabbia e sofferenza. "Non si può descrivere – scrive la famiglia di La Grasta - il dolore che si prova nel perdere una persona cara, un marito, un padre. Una vita spezzata, tanti progetti infranti, tutto finisce in un secondo e neanche il tempo di un ultimo saluto. Oggigiorno gli incidenti stradali sono sempre più numerosi e a causa di disparate ragioni, abuso di alcool, droghe, alta velocità e stile di guida distratto. Sia vittime che familiari non sono tutelati dalla legge che offre mille cavilli affinché questi assassini possano cavarsela, proprio come successo ad Antonio, ucciso quel maledetto 13 giugno 2016 e poi una seconda volta quando in un’aula di tribunale si è accordato all’assassino un patteggiamento, calpestando ogni diritto di Antonio. Non si può continuare la propria vita non pensando al male provocato, non una parola di scuse e neanche un atteggiamento che facesse intravedere un pentimento. Ci domandiamo tutti i giorni – concludono - come si faccia ad affrontare la vita sapendo di aver privato un altro essere umano della propria”.

di Redazione 


 COMMENTI
  • Luca

    12/06/2017 ore 15:00:30

    Parlano tanto di pene più pesanti con "l'omicidio stradale" ed invece questi sono i risultati. E gli avvocati cosa fanno? Solo i loro interessi.
  • Martin

    12/06/2017 ore 15:06:35

    È vergognoso. Non può essere questo il valore che si dà alla vita di una persona. La vita di coloro che lo volevamo bene ormai è distrutta mentre l'omicida continua la sua come se nulla fosse accaduto. Dovevi marcire in galera!
  • Andrea

    12/06/2017 ore 17:28:29

    L'assassino doveva pagare per quello che ha fatto ed invece ha continuato la sua vita come se non avesse fatto nulla prendendo anche in giro la famiglia della vittima pubblicando sul suo profilo Facebook foto in cui festeggiava e si divertiva in riva al mare pochi giorni dopo aver ucciso un uomo. Questa è la giustizia italiana questo è Nicola Cifelli
  • Antonio

    20/05/2018 ore 22:06:20

    La legge Italiana fa davvero pena. È vergognoso.
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