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Manfredonia: “infiltrazioni mafiose", interdittiva alla società dei Romito che gestisce il “Guarda che luna”

“Gli elementi oggettivi raccolti suffragano il quadro indiziario della presenza di possibili situazioni di infiltrazioni mafiose tendenti a condizionare l’attività dell’impresa”. Con questa motivazione, il Prefetto di Foggia ha emanato un’interdittiva antimafia nei confronti della società “Al Bar Centrale sas di Romito Francesco & C” che gestisce il ristorante in riva al mare “Guarda che Luna”, in località Acqua di Cristo a Manfredonia.

L’IMPRESA FAMILIARE. Il provvedimento è giunto in riferimento alla concessione demaniale del tratto di costa su cui è stato costruito il ristorante. La società che lo gestisce è un’impresa familiare dei Romito. In particolare il socio accomandatario è Francesco Romito, figlio di Michele Antonio Romito, ritenuto tuttora boss dell’omonimo clan mafioso. Della società fanno parte anche la mamma di Francesco (e consorte del boss) e gli altri fratelli Lucia e Angelo Salvatore.

LA FIGURA DI MICHELE ANTONIO ROMITO. Le valutazioni del prefetto ruotano attorno alla figura di Michele Antonio Romito, il cui fratello Mario Luciano è stato ucciso insieme al cognato e a due agricoltori nella tragica strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017. Michele Antonio Romito è considerato elemento di spicco dell'omonima batteria mafiosa. Nelle pagine dell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Giovanni Caterino, ritenuto il basista del quadruplice omicidio di San Marco in Lamis e condannato in primo grado all'ergastolo, si legge che “a Manfredonia si sarebbe ricominciato a uccidere, perchè a Manfredonia a comandare era sempre Michele Antonio Romito”. La supremazia che viene riconosciuta a quest'ultimo, anche da altri esponenti della mafia garganica e persino dai clan rivali, emerge anche dalle intercettazioni della recente operazione “Omnia Nostra” che ha coinvolto 32 elementi di spicco del clan Romito. In una conversazione tra vari esponenti della criminalità organizzata si ascolta dire: “a Manfredonia comanda sempre Michele”. Nei racconti uditi si riporta un incontro tra Pasquale Ricucci, detto fic secc e assassinato il 6 novembre 2019 e Michele Antonio Romito nel corso del quale, secondo i conversanti Ricucci, dinanzi a un rimprovero di Romito “faceva la pecora”. Secondo l'autorità giudiziaria, in fin dei conti, “è confermato il legame con l'associazione mafiosa”.

IL FIGLIO FRANCESCO. L'operazione “Omnia Nostra” ha fatto emergere l'interesse della criminalità organizzata per le attività economiche che sfruttano la costa del Gargano. E, in questo senso, è inquadrabile l'attività della società “Al Bar Centrale sas di Francesco Romito & C” che svolge un'attività che sfrutta le coste sipontine per fini ricettivi. Il “Guarda che luna” sorge in riva al mare in località “Acqua di Cristo”. Alla figura di Francesco Romito, è legata anche un'altra società, la Biessemme, che gestisce lo stabilimento balneare “Bagni Bonobo” a Siponto. Proprio in relazione a tale attività imprenditoriale il figlio del boss Romito è stato denunciato nel 2014 per violazione di sigilli nel periodo in cui l'arenile dello stabilimento fu posto sotto sequestro. Allo stato attuale, a seguito dell'interdittiva antimafia, l'Autorità Portuale del Mare Adriatico Meridionale dovrà procedere alla revoca della concessione demaniale. Toccherà invece al Comune di Manfredonia, guidato dal sindaco Gianni Rotice, procedere alla inibizione dell'attività di stabilimento balneare.

di Michele Gramazio


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