Altre dieci interdittive antimafia in provincia di Foggia, il prefetto: “Serve a tutelare le imprese sane”
Sale a 30 il numero di provvedimenti emessi in un anno
Il Prefetto di Foggia, Raffaele Grassi, ha adottato altri dieci provvedimenti di interdittiva antimafia nei confronti di altrettante imprese, operanti in territorio garganico.
LE IMPRESE. Si tratta degli allevatori di San Marco in Lamis, Lorenza Bove, Antonio Limosani, Pasquale Pio Martino e Anna Pia Martino, dell'allevatore di Monte Sant'Angelo, Michele Ciociola e dell'allevatore di Rignano Garganico, Michele Mancini. Nel campo dell'edilizia opera, invece, la Gentile Impianti srl così come i fratelli Antonio e Michele Ianno, specializzati nel movimento terra. Interdittiva antimafia, infine, anche per Emanuele Renegaldo, titolare del Caffè del Corso a Manfredonia, già sottoposto a sequestro e amministrazione giudiziaria.
GLI EFFETTI. Resta, dunque, alta l'attenzione a Foggia, da parte della Prefettura, contro i tentativi di infiltrazione mafiosa nell'economia legale del territorio, attraverso un monitoraggio costante sulle attività produttive e commerciali e sulle imprese e, nella fase di intervento, attraverso lo strumento dell'interdittiva antimafia nei confronti delle imprese private.A seguito degli ultimi provvedimenti, salgono a 30 le imprese destinatarie di interdittive antimafia firmate dal prefetto Raffaele Grassi che spiega: «L'obiettivo è più che mai di assicurare l'economia legale e di distogliere gli appetiti criminali verso settori che possono essere aggrediti in un momento di estrema sensibilità come quello che stiamo vivendo». L'interdittiva produce l'effetto di impedire all'imprenditore privato di essere parte di rapporti contrattuali con le amministrazioni pubbliche, ricorda la prefettura, e di essere titolare di licenze, concessioni o autorizzazioni comunali.
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