La data indicata dalla Regione Puglia per lo smantellamento del Ghetto di Rignano era quella del primo luglio. Lo sgombero dei migranti dal villaggio di cartone a pochi chilometri da Foggia, dove sfruttamento e pessime condizioni igienico-sanitarie la fanno da padrone, non è ancora partito ufficialmente. Ma la Regione ci sta lavorando. E sta approntando le prime tendopoli previste nel progetto ‘Capo free – Ghetto off’. L’idea, infatti, è quella di chiudere l’esperienza del Ghetto – o meglio, dei ghetti – per creare cinque campi diffusi nel territorio della provincia di Foggia in cui accogliere i migranti stagionali. Al momento, le aree individuate sono situate nei pressi di Lucera e di San Severo. "Lunedì - scrive su facebook l'assessore regionale alla Legalità, Guglielmo Minervini - sarà pronta l'area nei pressi dell'Azienda Fortore nella quale troveranno ospitalità i primi migranti che attualmente vivono nel Ghetto. Sono poi circa 500 gli ospiti del Ghetto che si sono iscritti alle liste di prenotazione per il lavoro nelle campagne, scegliendo così noi come interlocutori al posto dei caporali".
EQUAPULIA Intanto, però, tiene banco il protocollo ’Equapulia - No lavoro nero’ promosso sempre dalla Regione Puglia, attraverso l’assessore Guglielmo Minervini, che sollecita le imprese agricole ad assumere manodopera attraverso le liste di prenotazione, ad elargire contributi alle aziende che non assumono lavoratori in nero, ed a creare un sistema etico contrassegnato dal bollino ‘Equapulia’ che interessa tutta la filiera agricola. Per questo, il Coordinamento provinciale di Foggia di Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie che “segue con attenzione la vicenda per denunciare il grande business che arricchisce le mafie di Capitanata, soprattutto nella stagione della raccolta del pomodoro, e che ha nel tempo prodotto numerose vittime”, inviata le aziende agricole ad aderire “quanto prima al protocollo e al progetto”.
L’INVITO DI LIBERA Per Libera, infatti, non ci sono dubbi: “La criminalità organizzata gioca un ruolo importante in situazioni di questo tipo. Per questo è fondamentale che tutti i soggetti che a vario titolo hanno a che fare con la raccolta del pomodoro collaborino per permettere la piena riuscita del progetto. Crediamo - prosegue - che un ruolo da protagonista debbano averlo i grandi operatori economici, soprattutto le grandi aziende operanti nella trasformazione del prodotto. È fondamentale che anche quelle non pugliesi aderiscano quanto prima al protocollo e al progetto, dando concretamente seguito alla disponibilità offerta nelle scorse settimane. Allo stesso modo invitiamo le aziende agricole ad attingere alle liste di prenotazione, che prevedono agevolazioni per le assunzioni dei lavoratori iscritti”.
LE LISTE DI PRENOTAZIONE Le imprese che assumono lavoratori stagionali attraverso le liste di prenotazione esistenti presso i centri per l’impiego per un periodo non inferiore a sei mesi o almeno 156 giornate lavorate nel biennio, riceveranno infatti un contributo di 500 euro a lavoratore, oppure un incentivo di 300 euro a lavoratore assunto per almeno 20 giornate continuative effettive per le grandi campagne tipo pomodoro. “I cittadini – conclude Libera - sono sempre più attenti agli aspetti etici legati ai prodotti che acquistano. E il bollino Equapulia rappresenterà presto un’indicazione utile per discernere tra pomodori che sono liberi dallo sfruttamento del lavoro nero e dalle infiltrazioni delle mafie, e prodotti su cui invece resta un punto di domanda. Per questo auspichiamo che le aziende che ancora non l'hanno fatto diano la loro adesione al progetto. È un gesto molto importante per contribuire a questa lotta contro il sopruso e lo sfruttamento e a favore della legalità e dell'integrazione”.