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L’Arci Puglia: “Chiudere il ghetto di Rignano”

All'indomani dell'incendio, la richiesta di strutture umanamente più degne

“L’Arci Puglia ora come ieri chiede la rimozione del Ghetto, la sua chiusura e la sua sostituzione con strutture più umanamente degne”. All’indomani dell’incendio nel “ghetto” di Rignano, la responsabile Ufficio immigrazione dell’Arci Puglia, Livia Cantore torna a rivendicare diritti per i migranti.
“L’Arci Puglia ora come ieri chiede la rimozione del Ghetto, la sua chiusura e la sua sostituzione con strutture più umanamente degne”. All’indomani dell’incendio nel “ghetto” di Rignano, la responsabile Ufficio immigrazione dell’Arci Puglia, Livia Cantore torna a rivendicare diritti per i migranti.
UNA BARACCOPOLI. “La situazione all’interno del villaggio – scrive - è preoccupante. A Rignano, oggi ancor più di ieri, è in atto una vera e propria emergenza umanitaria. Non serviva quest’ultimo episodio ad appurarla. La ghettizzazione è evidente: i migranti e i rifugiati vivono in condizioni disumane privi di acqua, con  discariche a cielo aperto e l’assenza di un impianto elettrico. Insomma una baraccopoli vera e propria!”
 All’interno degli spazi comuni vivono, insieme, sfruttati e sfruttatori ed il controllo dei secondi sui primi è pressoché totale, il che ha dato adito ad episodi di soverchiante violenza. 
UNA BARACCOPOLI. “La situazione all’interno del villaggio – scrive - è preoccupante. A Rignano, oggi ancor più di ieri, è in atto una vera e propria emergenza umanitaria. Non serviva quest’ultimo episodio ad appurarla. La ghettizzazione è evidente: i migranti e i rifugiati vivono in condizioni disumane privi di acqua, con  discariche a cielo aperto e l’assenza di un impianto elettrico. Insomma una baraccopoli vera e propria!” All’interno degli spazi comuni vivono, insieme, sfruttati e sfruttatori ed il controllo dei secondi sui primi è pressoché totale, il che ha dato adito ad episodi di soverchiante violenza. 

di Redazione 


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