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La chiusura del Tribunale di Lucera e la lotta alla mafia nel summit dei Forestali

Un tavolo di confronto con l'on. Mantovano - VIDEO

Un momento di riflessione e analisi sulla situazione attuale del territorio, una mappatura delle principali criticità e problematiche che il Corpo Forestale dello Stato si trova a dover affrontare quotidianamente: dall’abusivismo edilizio al traffico illecito dei rifiuti, passando per il furto di legname e incendio dei boschi. Sono solo alcuni degli argomenti che ieri mattina, nella sede del comando provinciale del corpo, in via Trinitapoli, a Foggia, sono stati affrontati nell’ambito del convegno “Il ruolo del Corpo Forestale dello Stato nella lotta alla mafia garganica – L’impatto delle organizzazioni criminali sul patrimonio forestale”, un incontro promosso dal Comando regionale del Corpo Forestale dello Stato e dal Ministero delle politiche agricole e forestali.
COMUNIONE D’INTENTI. Un incontro tecnico, di confronto, per il quale è stato scelto un argomento attualissimo; un appuntamento che si pone in continuità con il tavolo tecnico interforze che il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri ha presieduto lo scorso giovedì, in Prefettura, e che ha visto la partecipazione, sentita e coinvolta, di un parterre di relatori importanti: dal prefetto di Foggia, Luisa Latella, ai procuratori di Foggia e Lucera, Vincenzo Russo e Domenico Seccia, dagli esperti Federico Padovano, responsabile del Centro Territoriale per l’Ambiente di Monte Sant’Angelo all’ingegnere Emanuele Giordano, responsabile del settore foreste della Regione Puglia, fino all’onorevole Alfredo Mantovano al quale sono state affidate le conclusioni dell’incontro.
CARENZA DI UOMINI E MEZZI. Un dato indubbio è la necessità - invocata a più voci, da più parti - di un maggiore impiego di uomini delle forze dell’ordine – statali, provinciali, locali – per fronteggiare con efficacia, sia in termini preventivi, che repressivi, i fenomeni criminosi nelle aree di collina e di montagna, soprattutto del Gargano, dove i boss della zona marcano il territorio come lupi e fanno scempi mediante disboscamento, abbandono di rifiuti, edificazioni abusive. I numeri raccontano una lotta impari: appena 130 unità del Corpo Forestale dello Stato impiegate a livello provinciale, sessanta nelle quali solo sul territorio Garganico che si estende su una superficie di circa 210mila ettari.
LOTTA ALLA CRIMINALITA’, ovvero lotta alla mafia. Tra gli interventi più incisivi, vi è senza dubbio quello del procuratore capo di Lucera, Domenico Seccia, che ha offerto un quadro generale nel quale iscrivere il fenomeno oggetto dell’incontro. Seccia contesta fermamente “la tendenza negazionista, limitativa del fenomeno mafioso sul Gargano e questo non nell’apprezzamento giudiziario” - dove le sentenze della Cassazione hanno posto il sigillo della storia, riconoscendone  l’esistenza - “ma nella comprensione della percezione esterna del fenomeno”. Gli interrogativi sollevati da Seccia sono molteplici: come si può combattere la mafia garganica se parliamo ancora di “gradualità mafiose, se la chiamiamo ancora ‘faida’, negandole di fatto il crisma della pericolosità e gravità?”. Come affrontare la mafia “se non riusciamo a comprendere il linguaggio che regola l’habitus garganico?”. E ancora, da ultimo: “Che senso ha parlare di tutto ciò se la ‘Squadra-Stato’ perde un pezzo importante come la Procura di Lucera? Continuiamo a parlare di rete e strategie e ci muoviamo come le monadi”.
LE CONCLUSIONI DI MANTOVANO. A rispondere, in parte, a questi interrogativi è l’onorevole Mantovano che nelle sue conclusioni spiega: “Oggi la situazione è migliore rispetto a quattro anni fa. Il Gargano è uscito da un lungo cono d’ombra, addirittura regionale. Ma c’è ancora molto da fare. Fantasia, elasticità e flessibilità sono gli elementi che hanno connotato un certo tipo di intervento per contrastare forme pesanti di criminalità sia a Caserta, sia a Reggio Calabria, sia qui, sul Gargano”. E’ un modello da importare ed applicare. E sulla questione della soppressione del Tribunale di Lucera e della sua Procura, Mantovano ha chiosato: “La sede di Lucera salta perché il territorio non ha saputo fare politicamente un gioco di squadra. Forse – conclude Mantovano - non si poteva mantenere la sede di Lucera ma, con un’ottica lungimirante, da questo rimescolamento delle circoscrizioni giudiziarie ne poteva venire fuori perfino un assetto migliore”.
UN BREVE ESTRATTO DELLE CONCLUSIONI DELL'ON. ALFREDO MANTOVANO - GUARDA IL VIDEO

di Redazione 


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