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La città dei crolli improvvisi. Vittime e feriti tra i palazzi inghiottiti dalla terra

Da Viale Giotto a Via delle Frasche

La città dei crolli, delle esplosioni, dei palazzi che si sbriciolano. Dei morti nel sonno, mentre ignari dormono nel luogo che meglio la rappresenta l’idea della sicurezza, del rifugio sicuro. Quella casa che diventa tomba. Che inghiotte la vita. Le storie. Che lascia orfani, che cancella sorrisi. Prima Viale Giotto, Via della Frasche. Ed ora, via De Amicis. Alla ricerca di colpevoli, di qualcuno che paghi per l’elevato numero delle vittime prodotte da una città già martoriata dalle bombe degli aerei durante la seconda guerra mondiale. Come se fosse affezionata all’odore di bruciato, al rumore dei mattoni che cadono, alle fughe di gas lasciate correre indisturbate.

VIALE GIOTTO Foggia ha già pianto per questo. Ha già provato a fare memoria. L’11 novembre 1999 è il giorno che nessuno dimentica. Un po’ come l’11 settembre 2001 per gli americani. Il crollo di Viale Giotto. 67 persone inghiottite nella polvere di un palazzo venuto giù in un soffio. 67 vite spezzate. In 19 secondi. Quattro corpi non furono mai trovati. Spariti. Una tragedia provocata da un cedimento strutturale del palazzo. Adesso al posto di quel palazzo c’è il Giardino della Memoria, il monumento dedicato alle vittime di quel crollo. Un modo per fare memoria, tesoro degli errori del passato.

VIA DELLE FRASCHE Ma Foggia sembra una città incapace di fare memoria dagli insegnamenti del passato. Il 20 novembre 2004 un’altra esplosione scuote la città. Una fuga di gas avvenuta alle 3.18 in uno stabile di via delle Frasche, provoca altre vittime, altri feriti. Sono 8 le persone che persero la vita in quella tragedia ed in 6 rimasero ferite.

VIA LE MAESTRE  L’ultimo crollo registrato in città è quello del 28 marzo di quest’anno. In Via Le Maestre, proprio alle spalle del Comune di Foggia, crolla parte della controsoffittatura di una abitazione al civico 42. A farne le spese è un 74enne portato in ospedale per accertamenti. Anche questo crollo rilancia l’importanza di mettere in sicurezza strutturale gli stabili, in particolare quelli settecenteschi e del centro storico. Stanotte, infine, l’ultima tragedia. In Via De Amicis. Sarà l’ultima?

 

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di Redazione 


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