È “solo” una palma si potrebbe dire. E derubricare così il “caso” dell'abbattimento della pianta cinquantenaria, avvenuto all'interno di un cantiere in corso Roma qualche giorno fa, ad uno di quegli episodi da nulla, di quelli che “in una città con mille problemi solo chi ha voglia di polemiche e perdite di tempo ha voglia di affrontare”. E invece no. Non solo perchè ad essere abbattuto, oltre alla palma, è stato anche un platano (nonostante nessuna richiesta di abbattimento per quest'ultimo risulti mai presentata al Comune) ma perchè la storia dei due alberi (per ora solo) “sfrattati” racchiude in sé una serie di ritardi, inadempienze, debolezze istituzionali ed evidenti irregolarità da poter essere assunta a paradigma delle inefficienze nella gestione del bene comune.
IL CASO. I fatti sono noti. L'impresa di costruzioni Caccavo, titolare di un permesso di costruire risalente al 2008, ha provveduto ad abbattere una palma ed un platano di proprietà pubblica in una zona tra Corso Roma e Via Urbano che da anni è grossolanamente recintata con il cantiere in perenne fase di allestimento. (LEGGI LA PALMA ABBATTUTA)
Dinanzi alle proteste sollevatesi in rete, l'assessore Arcuri, nelle immediatezze dell'episodio, si era affrettato a precisare che ciò era avvenuto con regolare autorizzazione (LEGGI: "ASSESSORE MACCHEVERAME?"). Ma approfondendo questa storia, rispetto alla semplicità e linearità paventata dall'assessore, si scopre tutta un'altra trama ricca di incongruenze in cui a perderci sono tutti: il costruttore, i cittadini e alla fine della conta pure i due alberi.
AMBULANTI INTOCCABILI. Si scopre per esempio che per due anni l'impresa Caccavo, per organizzare il cantiere, ha dovuto districarsi in un lungo tira e molla con gli uffici comunali. Il motivo trova concordi l'ufficio annona e polizia municipale: “l'impossibilità riscontrata a liberare Via Giovanni Urbano dagli ambulanti che, con la loro presenza, hanno reso impossibile l'accesso”. In pratica i mezzi pesanti dovrebbero entrare nel cantiere da Via Urbano. Ma lì ogni mattina c'è il mercato e gli ambulanti non hanno alcuna voglia di scasare. La soluzione ipotizzata per non “scomodare” troppo i “poveri ambulanti intoccabili” è quella di prevedere l'accesso al cantiere da Corso Roma. Deve essere stato a questo punto della storia che una palma si è messa di traverso. Fatto sta che la guerra di “carte” si è fermata per tre anni sino al 2013. Per poi riprendere negli ultimi mesi facendo assumere alla vicenda un tono parossistico.
LA PALMA ERETTA MA INCLINATA. L'impresa costruttrice, probabilmente esasperata, nel frattempo aveva deciso di fare da sé: aveva iniziato gli scavi per le fondamenta, ignorando però del tutto il Regolamento comunale del verde che nelle aree di cantiere (art.9) fa obbligo di proteggere le piante per evitare danneggiamenti. A scavi conclusi, poi, a maggio dell'anno scorso, la stessa ditta fa istanza di abbattimento della “palma scomoda”. La relazione che accompagna la richiesta, a firma del dott. Miele, oltre ad affermare che l'albero è in buone condizioni vegetative e con portamento eretto, pur sforzandosi, non riesce a trovargli altri difetti che "una leggera inclinazione verso il costruendo fabbricato". La ciliegina sulla torta è poi la foto, scattata dal perito a corredo della relazione, che immortala chiaramente il cartello lavori affisso sulla palma, procedura vietatissima dall'art. 8.
I PROFETI IN CONFERENZA DI SERVIZI. La conferenza di servizi convocata a luglio va oltre. A quella data al Comune è giunta solo la richiesta di abbattimento che riguarda la palma. Al Servizio Ambiente però, evidentemente tutti strenui difensori del verde pubblico, spunta fuori anche un platano di troppo. E, caso strano, ci “azzeccano” in pieno. Qualche giorno dopo, il 6 agosto, il perito Donato Carenza, dipendente della CNS che cura il verde pubblico in città, incaricato dal Comune di fare un sopralluogo, nota la presenza all'interno del cantiere, a circa tre metri dalla palma imputata (sic!) di un albero di Platanus”. La combinazione non è da poco, tanto che pure il platano in poco tempo si “trasforma” in albero notevolmente inclinato
RELAZIONE CONTRADDITTORIA. Che la sorte dei due alberi sia segnata lo si capisce sin dalle prime righe della relazione, quando il perito spiega di aver scelto il metodo di indagine tenendo presente delle problematiche (già rilevate) della palma e della notevole inclinazione del platano. La sua analisi non lascia scampo. I due alberi appartengono alla categoria D in quanto “altamente pericolanti”, da abbattere per motivi di pubblica sicurezza poiché vi è la possibilità di cedimenti o di crolli a terra anche nel breve periodo.
COME TI ELIMINO GLI ALBERI DI TORNO. Eppure, nonostante gli alberi siano così malandati, pur provando da diverse angolazioni, neanche il perito del CNS riesce a scattare una foto in cui gli alberi appaiono inclinati. Gli esperti che leggono la relazione restano basiti. Si chiedono il perchè non sia stata scattata neanche una foto delle radici superficiali e delle fratture radiali che sarebbero state notate, come pure il perchè siano state considerate carie dell'albero delle semplici cavità, senza indagini strumentali. Più in generale, affermano “la relazione è contraddittoria come ad esempio quando precisa che “la zona del colletto non ha evidenti difetti o anomalie” e tre righe sotto afferma l'esatto contrario “lo stipite presenta diverse zone cariate a livello del colletto”. Fatto sta che gli alberi vengono abbattuti.
LA MORALE DELLA PALMA. Qualche giorno fa, ironia della sorte, la recinzione del cantiere è venuta giù dopo una folata di vento e solo per fortuna non ci sono stati feriti. Un episodio che alla fine della favola racchiude bene la morale: a cinque anni dal permesso di costruire l'impresa Caccavo ha "solo" effettuato gli scavi; il cantiere è tuttora provvisorio e rappresenta, esso sì, un pericolo per la sicurezza. Una palma cinquantenaria ed un platano poco più giovane ci hanno rimesso "le penne" e sono stati abbattuti; nel frattempo gli ambulanti sono ancora lì o al massimo, qualcuno è stato spostato sul marciapiede di fronte. Tutto peraltro è avvenuto "con regolare autorizzazione". Maccheveramè?