Abbattere le barriere architettoniche e culturali: il progetto dell’associazione Luca Coscioni
L'incontro presso l'Auditorium di Santa Chiara
“La disabilità è una condizione da riferire al contesto architettonico e non alla persona: io a New York ho preso anche l’autobus, mentre a Roma nemmeno la metro C, di ultima generazione”. Con queste parole arriva dritto al succo della questione Gustavo Fraticelli, promotore di numerose battaglie civili per i diritti dei diversamente abili e vice-segretario dell’associazione “Luca Coscioni” di Roma. L’occasione è il convegno-seminario sul progetto “Soccorso civile per l’eliminazione delle barriere architettoniche”, che ha provato, sabato 28 marzo nell’auditorium di Santa Chiara, a risvegliare la cittadinanza (impresa ardua, vedendo i troppi posti vuoti) su una tematica spesso dimenticata da istituzioni e privati.
LA SITUAZIONE FOGGIANA. “Non siamo in un posto casuale ma nell’unica sala percorribile da tutti” afferma Mariarosaria Lo Muzio, tesoriera dell’associazione radicale “Maria Teresa Di Lascia” di Foggia, che ha fornito supporto logistico agli esponenti della “Coscioni” e programmato un anno di impegno in questo direzione, “dal 1986 gli edifici pubblici dovrebbero essere costruiti seguendo i Peba (piani di eliminazione delle barriere architettoniche) ma in Italia siamo molto indietro. Nella nostra città, per esempio, a parte le scuole, i criteri non sono rispettati; mentre, per gli spazi pubblici, la situazione è persino peggiore: basti pensare ad una via principale come corso Roma”.
IL CAMBIAMENTO DAL BASSO. Ma quali sono le soluzioni? Ci si deve per l’ennesima volta lamentare della malapolitica? La risposta, sorprendente, è fornita dal workshop sul “Comunity organizing”, tenuto da Diego Galli. “Sono stato tre mesi negli Stati Uniti per scoprire un nuovo modo di concepire il potere e la comunità”, racconta il responsabile del sito radioradicale.it, “in cui sia il terzo settore a influenzare Stato e mercato e non viceversa: questo è possibile attraverso l’associazione di varie organizzazioni (parrocchiali, di quartiere, di genitori e altre) per portare avanti obiettivi specifici facendo forti pressioni su chi detiene il potere che siamo abituati a pensare. Anche per i diritti dei diversamente abili è questa la strada”.
PROGETTO NAZIONALE. Alla sesta tappa della presentazione del progetto (finanziato alla “Coscioni” dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), il responsabile, Rocco Berardo, ci tiene a ricordare come sul sito dell’associazione sia possibile visualizzare l’app per geolocalizzare tutte le barriere riscontrate in Italia ed inserirne di nuove fotografandole. A concludere la squadra romana il Professore Vittorio Ceradini, architetto, che ha spiegato la nascita di questo problema moderno e l’avvocato Alessandro Gerardi, il quale ha messo in luce le situazione in cui ci siano gli estremi per adire le vie legali. Di tre giovani foggiani, invece, la firma sul video iniziale del convegno e sulla mostra fotografica a corollario dell’evento.
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