Troppe richieste di latte artificiale, per questo l’Ambito Territoriale del Golfo ha convenuto con il Consultorio Familiare che l’impossibilità a garantire l'allattamento naturale è determinato da una problematica connessa alla salute della donna e, pertanto, la presenza del disturbo dovrà essere certificata dall'equipe del Consultorio ASL. Anche per questo, nei giorni scorsi, è stato firmato un protocollo d'intesa tra i Comuni dell'Ambito Territoriale (Manfredonia, Mattinata, Monte Sant'Angelo e Zapponeta) ed il Consultorio Familiare per incentivare l'allattamento al seno per i neonati. Che resta, per chi non presenta situazioni gravi e particolare, la scelta indicata in quanto contribuisce al pieno sviluppo del bambino, oltre che alla crescita, riduce i tassi di malattia e mortalità infantile, giova alla salute delle donne riducendo i rischi di tumore al seno e alle ovaie, aumenta l'intervallo tra una gravidanza e l'altra, offre vantaggi economici e sociali, dà alle donne un maggiore senso di soddisfazione, per il rapporto che si stabilisce tra madre e figlio.
LATTE ARTIFICIALE, RICHIESTE AUMENTATE - Del resto, gli uffici dei Servizi Sociali dei Comuni dell'Ambito hanno registrato, nel corso degli anni, l'intensificazione eccessiva delle richieste di latte artificiale, a volte addirittura precedenti il parto. Un problema che presenta seri risvolti economici, ma anche sociali e psicologici. Il ricorso al latte artificiale, infatti, è giustificato solo in situazioni molto rare e particolari. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità quasi tutte le donne (il 97%) sono perfettamente in grado di allattare al seno il loro bambino (anche due o addirittura tre gemelli), in maniera esclusiva per almeno quattro/sei mesi, e continuare per tutto il tempo che lo desiderano, integrandolo successivamente con un'adeguata alimentazione solida. Finché si allatta, il latte viene prodotto anche per anni, adeguandosi sempre ai bisogni del bambino che variano con il tempo.
IL PROTOCOLLO Anche per questo, dunque, i Comuni dell’Ambito del Golfo ed il Consultorio Familiare hanno stilato il protocollo d’intesa che ricorda come la prestazione di latte artificiale rientri “si colloca tra gli interventi previsti nell'area della prima infanzia, insieme ad altre prestazioni quali l'asilo nido e la prima dote, ed è volta a garantire la nutrizione a neonati le cui mamme sono impossibilitate all'allattamento e può essere annoverata tra quelle ad integrazione sanitaria e socioassistenziale poiché l'accesso alla prestazione avviene in presenza di un bisogno complesso: sanitario, determinato appunto dall'impossibilità della puerpera di garantire l'allattamento naturale per motivi di salute, oppure socio-assistenziale e cioé determinato dall'impossibilità, per motivi di reddito di famiglia, all'acquisto del prodotto adattato, in vendita in farmacia e/o pressi esercizi commerciali”. La campagna per promuovere l’allettamento naturale capita proprio in questo periodo, visto che il 7 ottobre si celebra la ventesima settimana mondiale dell'allattamento al seno.