"Case, documenti e contratti": i lavoratori delle campagne in sciopero
Si sono riuniti tra piazza Cavour e il viale della Stazione, per protestare contro gli sgomberi e chiedere "casa, documenti e contratti". E' un 6 maggio di protesta. Coordinato dal Comitato dei lavoratori delle campagne, gli abitanti di Borgo Mezzanone e degli altri ghetti della Capitanata sono in sciopero.
LA PROTESTA. "Sono diversi mesi - hanno scritto nel manifesto che promuove lo sciopero - che nella baraccopoli di Borgo Mezzanone vediamo le ruspe e centinaia di uomini delle forze dell’ordine, venuti per distruggere le nostre case: la chiamano ‘Law and Humanity’, ma di umano questa operazione non ha proprio nulla. Ci trattano come animali, o nella migliore delle ipotesi come bambini stupidi. Dicono che è colpa nostra, che siamo criminali, che ci piace vivere nei ghetti, che non vogliamo accettare le proposte della Prefettura. Le istituzioni vogliono tenerci in questo stato di irregolarità, che fa comodo a chi ci sfrutta, per poi sgomberarci e lasciarci in mezzo ad una strada, per fare un favore ai politici che fanno campagna elettorale sulla nostra pelle, vantandosi di voler distruggere le nostre case qui a Borgo, come è già successo nel 2017 al Gran Ghetto e pochi mesi fa alla tendopoli di San Ferdinando. Le autorità sanno benissimo che darci i documenti è il primo passo necessario per svuotare i ghetti".
LA MOBILITAZIONE. "Se pensano che ci faremo incantare dai loro specchietti- proseguono -, hanno fatto male i conti. Il 6 maggio gli abitanti della baraccopoli di Borgo Mezzanone, e di tutti gli altri ghetti, saranno in sciopero. Sappiamo benissimo che senza di noi, l’economia di questa provincia, come di molte altre parti d’Italia, crollerebbe. È grazie a noi che le aziende agricole possono rimanere a galla anche davanti alle pratiche ricattatorie della grande distribuzione. Viviamo e lavoriamo in questo territorio, costretti ad accettare condizioni durissime, e meritiamo di essere trattati con rispetto – dalla polizia, negli uffici, per strada.Il nostro lavoro deve essere pagato il giusto, dobbiamo avere i documenti per essere liberi di muoverci, e chi trae profitto dal nostro lavoro deve garantirci il trasporto e l’alloggio! Fino a quando non avremo ottenuto risposte reali e soddisfacenti, non ci fermeremo".
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