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Lavoratori di G&W in presidio per difendere il loro futuro: "Progressivo smantellamento di professionalità e risorse"

Caos allo stabilimento G&W Electric di Foggia, realtà attiva sul territorio da 50 anni – ma rilevata dalla società americana solo nel 2019 dal gruppo Tozzi – che realizza quadri elettrici di bassa e media tensione. La Direzione aziendale ha comunicato ai sindacai l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per 114 lavoratori poiché – a detta dell’azienda - gli alti costi di produzione, sono divenuti nel tempo insostenibili. Una decisione improvvisa che non convince i sindacati, pronti a tutto per salvare il futuro di centinaia di famiglie foggiane.

I SINDACATI. I sindacati chiedono la costituzione di tavoli tecnici con la Regione ed il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per individuare soluzioni utili a garantire la tenuta occupazionale dello stabilimento. Proclamate per oggi 8 ore di sciopero e, stamane, un presidio dinanzi la sede di Confindustria di Foggia. Obiettivo, mantenere accesi i riflettori su una vertenza che non può, a questo punto, restare “confinata” solo alla Capitanata ma può e deve diventare di interesse nazionale. “Chiediamo all’azienda, che ha preso una decisione unilaterale non saggia, di prendere tempo affinchè magari si faccia una cassa integrazione e cercare una soluzione condivisa – afferma Mosè Renzullo, RSU - Sindacato Uilm e UIL -. Non siamo solo 114 persone, abbiamo altri 30 interinali che sono con noi dal 2017 e hanno famiglia, e c’è l’indotto. Tutti questi lavoratori non possono essere abbandonati”.

I LAVORATORI. “Abbiamo assistito ad un progressivo smantellamento di professionalità e risorse del comparto MT/BT per puntare su una gamma meno redditizia e gestita in maniera poco competente sul fronte dirigenziale – scrivono i lavoratori in una lettera indirizzata all’Amministratore Unico dell’azienda – la gamma dei nuovi prodotti presentava evidenti problemi di qualità, evidenziati dai nostri rappresentanti sindacali alla dirigenza dai primi incontri, dove la stessa ci rassicurava di avere la situazione sotto controllo”. All’inizio del 2022 Enel aveva bloccato la commessa della “Dy 803” e il ritiro della rilavorazione dei 900 quadri, già venduti e parte installati, dando un duro colpo ai lavoratori. Nonostante ciò, il lavoro non si è mai fermato nemmeno durante la pandemia. Ora arriva la mazzata. “I rilevanti investimenti sulle macchine di produzione e sui lavori strutturali attuati in questi ultimi mesi e ci lasciavano sperare in un prosieguo delle attività, e oggi non ne comprendiamo le finalità in relazione alla decisione di liquidità dell’azienda”. I lavoratori chiedono un incontro con un dirigente statunitense per discutere e trovare assieme una soluzione.

di Redazione 


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