Guardia di Finanza, scoperti 36 lavoratori in nero o irregolari in una R.S.A.
Sono 36 i lavoratori impiegati in nero o irregolari scoperti dai finanzieri della Compagnia di Cerignola in una R.S.A. a seguito di un controllo finalizzato ad accertare il rispetto degli adempimenti fiscali e in materia di lavoro.
Le attività ispettive condotte dalle fiamme gialle hanno permesso di constatare numerose violazioni a carico della struttura socio-sanitaria: dei circa 50 lavoratori impiegati, 21 sono risultati completamente “in nero”, di cui 4 percepivano anche il reddito di cittadinanza, e 15 irregolari in quanto sprovvisti di copertura assicurativa I.N.A.I.L..
I PAGAMENTI. I dipendenti in nero erano stati inquadrati come soci volontari e gli emolumenti loro corrisposti venivano documentati sotto forma di rimborsi spese. Gli accertamenti eseguiti dai finanzieri, anche mediante l’esame di documentazione bancaria, hanno dimostrato l’esistenza di un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato, con il pagamento di retribuzioni soggette alle ritenute previdenziali ed assistenziali oltreché a quelle fiscali.
I CONTROLLI. Le sanzioni contestate arrivano fino a un milione di euro ed è stata proposta alla Direzione Territoriale del Lavoro la sospensione dell’attività in conseguenza dell’impiego di lavoratori in nero in misura superiore al 10% del totale dei dipendenti e per i beneficiari di reddito di cittadinanza è stata inviata segnalazione all’I.N.P.S. per la sospensione del contributo indebitamente percepito.
L’azienda ha provveduto a regolarizzare la posizione dei lavoratori impiegati in nero, assumendoli dalla data del loro effettivo impiego e garantendo loro tutte le forme assicurative previste.
Le attività ispettive e di controllo nello specifico settore - assicurano dalla Finanza - proseguono e sono finalizzate a tutelare i lavoratori, la concorrenza tra gli operatori economici e le imprese che rispettano le regole.
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.