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Le palle le hanno tirate fuori, ora tocca metterle dentro... la porta

Lo striscione dei tifosi ha avuto effetto

Messaggio ricevuto. E messo in pratica. Lo striscione dei tifosi
rossoneri non è rimasto lettera morta. “Qui c’è una maglia da onorare…
Tirate fuori le palle e iniziate a lottare” recitava quel lungo pezzo
di carta esposto nel weekend davanti allo Zaccheria. E tutto si può
dire, tranne che i rossoneri a Melfi si siano risparmiati.
Il problema è che, tra sfortuna, imprecisione e mancanza di
cattiveria, la banda di Padalino se ne torna dalla Basilicata con un
punto solo e l’ultimo, desolante, posto in classifica. Nessun dramma
per i due punti in quattro gare: i rossoneri saranno anche fanalino di
coda, ma sono pur sempre a soli tre punti da quell’ottavo posto che
garantirebbe la Lega pro il prossimo anno.
Ricordando il miglior Boskov e le sue massime ineccepibili – della
serie ‘’rigore è quando arbitro fischia” – Padalino ha sintetizzato il
presente (e speriamo non il futuro) dei rossoneri: “Se non si fa gol,
sicuro non si vince”. Al massimo si pareggia, se l’altra squadra non
ti buca. Ed è proprio da questo aspetto positivo – la prima gara senza
subire reti – che il Foggia deve ripartire. Una difesa che, tra alti e
bassi, comincia a crescere nell’intesa e subire meno, complice un
centrocampo che ieri ha mostrato Quinto e Agnelli particolarmente
grintosi. Poi, dalla tre quarti in poi, qualche problema di troppo.
Zizzari è fuori condizione, come ha ammesso anche Padalino (sì, ma
allora perché gioca?), Cavallaro è in palla e si sacrifica ma deve
capire che non può saltare sempre tre giocatori e Giglio deve
sbloccarsi. Di palloni buoni al numero 9 ieri non ne sono arrivati
tanti, ma il suo lavoro sporco è lo stesso dello scorso anno, anche se
le difese non sono quelle della Serie D e la differenza di categoria,
purtroppo, si vede.
Non disperiamo, dunque. Il Foggia è in crescita. Ma le palle, dopo
averle tirate fuori ora cercate di metterle dentro… la porta.
Messaggio ricevuto. E messo in pratica. Lo striscione dei tifosi rossoneri non è rimasto lettera morta. “Qui c’è una maglia da onorare…Tirate fuori le palle e iniziate a lottare” recitava quel lungo pezzo di carta esposto nel weekend davanti allo Zaccheria (LEGGI). E tutto si può dire, tranne che i rossoneri a Melfi si siano risparmiati.
ULTIMI, MA CONTA POCO (PER ORA). Il problema è che, tra sfortuna, imprecisione e mancanza di cattiveria, la banda di Padalino se ne torna dalla Basilicata con un punto solo e l’ultimo, desolante, posto in classifica. Nessun dramma per i due punti in quattro gare: i rossoneri saranno anche fanalino dicoda, ma sono pur sempre a soli tre punti da quell’ottavo posto che garantirebbe la Lega pro il prossimo anno. Ricordando il miglior Boskov e le sue massime ineccepibili – della serie ‘’rigore è quando arbitro fischia” – Padalino ha sintetizzato il presente (e speriamo non il futuro) dei rossoneri: “Se non si fa gol, sicuro non si vince” (L'INTERVISTA). Al massimo si pareggia, se l’altra squadra non ti buca.
RIPARTIRE DALLA DIFESA. Ed è proprio da questo aspetto positivo – la prima gara senza subire reti – che il Foggia deve ripartire. Una difesa che, tra alti e bassi, comincia a crescere nell’intesa e subire meno (GUARDA INTERVISTA A D'ANGELO), complice un centrocampo che ieri ha mostrato Quinto e Agnelli particolarmente grintosi. Poi, dalla tre quarti in poi, qualche problema di troppo. Zizzari è fuori condizione, come ha ammesso anche Padalino (sì, ma allora perché gioca?), Cavallaro è in palla e si sacrifica ma deve capire che non può saltare sempre tre giocatori e Giglio deve sbloccarsi. Di palloni buoni al numero 9 ieri non ne sono arrivati tanti, ma il suo lavoro sporco è lo stesso dello scorso anno, anche se le difese non sono quelle della Serie D e la differenza di categoria, purtroppo, si vede. Non disperiamo, dunque. Il Foggia è in crescita. Ma le palle, dop oaverle tirate fuori ora cercate di metterle dentro… la porta.

di Redazione 


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