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“Le voci spezzate di Carmen e Giulia” contro violenza e femminicidio

«Abbiamo scelto di vivere senza catene. Ma non siamo morte invano. Dobbiamo parlare, dobbiamo far capire al mondo che l’amore non uccide mai, ma la violenza sì». Per questo, le storie di Carmen, Giulia e di tutte le ragazze e le donne vittime di violenza «devono essere un messaggio». Un messaggio che ricorda in modo chiaro e inequivocabile che «l’amore è rispetto e libertà… non è un’arma». Lo dicono bene le due narratrici che vestono i panni di Carmen e Giulia le cui voci sono state spezzate proprio per mano di uomini violenti. Uomini che dicevamo di amarle, ma che invece sono diventati i loro carnefici. Periodi storici differenti, lontani tra loro, nei costumi e nei modi di vivere, ma non nella violenza perpetrata contro chi vuole essere libera, contro chi ha il coraggio di dire «no».

CARMEN SONO IO. “Arte e Femminicidio – Le voci spezzate di Carmen e Giulia” è stato un susseguirsi di emozioni, di suoni, di musiche, di voci. Di commozione. «Carmen sono io, Carmen siamo noi» hanno detto più volte e in coro dal palco le attrici e le ballerine al termine dell’evento-manifestazione che si è svolto nell’auditorium dell’Istituto Comprensivo “Foscolo Gabelli” di Foggia. Perché la sensazione è stata quella di essere stati travolti da storie vere, che hanno urlato il loro dolore, la loro angoscia, visto piegare il loro sogno di amore e di libertà. Non è amore se c’è violenza. Una violenza che anche nel corso dell’incontro è stato ribadito che può avere volti diverse: fisica, psicologica, economica, domestica. Anche per questo, il tema del femminicidio e della violenza di genere è stato più volte affrontato nel corso dell’anno dalle alunne e dagli alunni dell’istituto durante il percorso educativo volto a promuovere la cittadinanza attiva, la parità di genere e la cultura della legalità».

PERCORSO EDUCATIVO. Un percorso condiviso con la dirigente scolastica Fulvia Ruggiero che ha spinto la professoressa Carolina Ragone, docente di chitarra, insieme a colleghe e colleghi ad allestire e portare in scena alcuni brani dell’opera della “Carmen” di Georges Bizet. E lo hanno fatto attraverso un linguaggio potente e universale come quello dell’arte. Musica, danza, recitazione. Gli studenti della “Foscolo-Gabelli” si sono esibiti in una rappresentazione artistica ispirata ai momenti salienti dell’opera lirica “Carmen”, su un testo liberamente tratto, con performance che hanno unito musica, recitazione e danza. Uno spettacolo forte, coinvolgente, emozionante, con un messaggio impegnato e sincero che non lascia spazio alle interpretazioni.

RISPETTO, AMORE, FIDUCIA. “Le voci spezzate di Carmen e Giulia” sono arrivate dritte alle emozioni degli spettatori, lasciandoli senza fiato e particolarmente commossi. Uno spettacolo che dovrebbe essere portato in giro per le scuole di Foggia e la provincia, in uno scambio alla pari, che parte dai ragazzi e dalle ragazze che parlano ai loro coetanei, che provano a far riflettere, a scuotere le coscienze. «Tre sono le parole importanti: il rispetto per tutti, l’amore per tutti, la fiducia. Tre elementi fondamentali, tre condizioni fondamentale che noi cerchiamo di inculcare ogni giorno, tra di noi prima di tutto e tra i ragazzi. Se la nostra scuola riesce ad ottenere questo momento così importante e appassionato, credo che il nostro obiettivo sia completamente realizzato» ha detto la dirigente Ruggiero al termine dell’iniziativa. Un bel momento impreziosito anche dalla prima parte dell’evento che ha visto rappresentanti delle istituzioni locali e di professionisti confrontarsi sul tema della legalità, della prevenzione e del contrasto alla violenza sulle donne.

UN’OPERA SENZA TEMPO. La “Carmen” di Georges Bizet è andata in scena per la prima volta il 3 marzo del 1875. Già in quell’occasione, il pubblico rimase sorpreso, annichilito, di fronte alla morte che arrivava sul palco. Ambientata nella Siviglia del XIX secolo, l’opera racconta la storia di una giovane donna gitana di spirito libero e indipendente, che muore per mano del brigadiere Don José, incapace di accettare il rifiuto della protagonista. Una storia simile alle tante storie che ancora oggi affollano le notizie di cronaca. Basti pensare che nel 2025 sono già 19 i casi di femminicidio registrati in Italia. Carmen e Giulia, ma anche Martina o Carmela Morlino, a cui è intitolato proprio il Centro Antiviolenza di Foggia.
Emiliano Moccia

di Redazione 


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