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Leo Di Gioia: “Foggia si è autoesclusa dalla Puglia, colpa della classe dirigente”

E invoca un confronto pubblico con Landella e Marasco

Non le manda a dire alla classe dirigente locale, colpevole, a suo dire, di aver portato Foggia nell’attuale stato di degrado: dall’impossibilità di partecipare a bandi europei, all’essersi autoesclusa dalla Regione, non per volere di Bari. In sostanza, spiega, nessuno ha voluto delegittimare Foggia, ma è la città (meglio, la sua classe dirigente) ad averla affossata. 

NO AL FOGGIANESIMO. Proprio così, Leonardo Di Gioia si è stancato del “foggianesimo”. E da assessore regionale al Bilancio ma soprattutto nella veste di candidato sindaco, critica anche le recenti amministrazioni di centrodestra e centrosinistra, senza alcuna distinzione, colpevoli di aver avallato questo sistema nel corso degli anni.
 
I CANDIDATI CONSIGLIERI. Durante la presentazione di due delle cinque liste che lo appoggiano - “Di Gioia Sindaco” e “ Foggia Civica” – ha rimarcato la differenza rispetto alle altre liste: “Ciò che ci distingue dagli altri candidati consiglieri è che qui ci lega prima di tutto una condivisione di grande amicizia e motivazione”. Nonostante abbia già ribadito che “Faccio tutto in 5 anni e non mi ricandido”, Di Gioia ci tiene a precisare che “questa non è un’esperienza che terminerà con le prossime amministrative, ma un’idea progettuale che porteremo avanti al di là deirisultati che verranno fuori dalle urne del 25 maggio”.
SPAZIO AI CONTENUTI. Con le altre forze politiche, però, non vuole aspre guerre ma confronti. E così, Di Gioia invoca a gran voce un contraddittorio pubblico, con Marasco e Landella, che “porti la discussione di questa campagna elettorale su temi specifici e di interesse, dall’urbanistica al risanamento del Comune, entrando nel merito delle strategie proposte”. Ed è proprio su questo confronto che Di Gioia intende incentrare la campagna elettorale delle ultime tre settimane: la sfida è lanciata. 

di Redazione 


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