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L'esordio narrativo di Carmen Pafundi

Domenica da Ubik la scrittrice lucana presenta il suo "Un albero di cachi sono stata"

Il protagonista è un giovane primario di un “felliniano” reparto di geriatria della capitale. Ma protagonista è anche una donna, anzi no: un cachi. O forse, più onestamente, un’artista e autrice al suo esordio narrativo, Carmen Pafundi. Domenica 16 settembre, alle ore 19, nello spazio live della libreria Ubik di Foggia, la scrittrice nata in Lucania ma ormai foggiana d’adozione presenta il suo romanzo dal titolo Un albero di cachi sono stata (Altrimedia Edizioni, 2012). Pittrice e scrittrice, come ama semplicemente definirsi, Carmen Pafundi è nota negli ambiti artistici di Capitanata soprattutto per i suoi lavori all’interno di esposizioni e allestimenti d’arte. All’incontro di domenica inoltre, prenderà parte anche il suo editore: lo scrittore e giornalista materano Nunzio Festa.
LA STORIA. Un albero di cachi sono stata (Altrimedia Edizioni; collana: I narratori; pag. 153; € 12.00). Zeno De Blasi è un medico geriatra dall'indiscussa professionalità e originalità. Definisce il suo reparto di geriatria di un ospedale romano: un galeone pronto a salpare verso i sogni; i suoi pazienti sono "fanciulli" coi quali si addormenta durante il turno di notte. Mentre è accanto ad Adele, anziana donna vittima di uno scippo, scopre un segreto legato alle loro comuni origini lucane. Ma ha davvero senso questa innata repulsione per i cachi? (dalla IV di copertina).
L’AUTRICE. Carmen Pafundi. Nativa di Pietragalla, in provincia di Potenza, vive a Foggia dal 1973. Diplomata all’Istituto d’Arte Statale in “Decorazione” e all’Accademia delle Belle Arti in “Pittura”. Nel 1991 espone la sua prima opera con il nome d’arte Pandì: “Io che sognavo di correre, io che sognavo di volare”. Notevole la sua produzione anche a livello letterario, tra poesie, fiabe e racconti. Di entrambe le sue arti, ha più volte omaggiato Giovanni Paolo II.

di Redazione 


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