“Lettera all’assassino di Francesco Marcone”: a Foggia i manifesti dopo "30 anni senza verità e giustizia"
In occasione della ricorrenza del 30esimo anniversario dell’omicidio di Francesco Marcone e delle iniziative organizzate per ricordarlo, l’assessore alla Legalità e Sicurezza del Comune di Foggia Giulio De Santis e l’amministrazione comunale hanno ripubblicato come manifesto e attraverso i social network dell’Ente la lettera che all’epoca la sorella Maria Marcone – un estratto dal suo libro ‘Storia di
Franco’ - scrisse all'assassino che sparò alle spalle di Marcone nell’androne del palazzo dove il Direttore dell’Ufficio del Registro viveva. Perché nessun tempo può cancellare la ricerca e il bisogno di verità e di giustizia, e nonostante il lavoro degli inquirenti che si sono avvicendati negli anni non conosciamo ancora il killer e i mandanti: una sconfitta che una comunità sana non può e non deve accettare. E una ferita aperta che la mancanza dei colpevoli non permette e non permetterà mai di ricucire.
Ecco il testo della lettera, sui manifesti che verranno affissi da giovedì 27 marzo.
“Questa storia l’ho scritta anche per quell’oscuro killer che dopo aver spento la vita di Franco Marcone s’è eclissato nel nulla e magari non ci pensa più, considerando il suo mestiere di killer un lavoro come un altro per sbarcare il lunario: no, non puoi continuare a pensare così dopo aver letto la storia di Franco, una storia lunga che viene da lontano, dal cuore di Dio che ci ha creati, e va lontano, nella memoria delle generazioni che verranno e che continueranno a piangere per la vita spezzata di Franco e ad esecrare la tua vita di criminale.
Se pure sarai riuscito a sfuggire alla giustizia umana, tu tremerai al momento della morte, quando dovrai fare i conti con Dio che ha creato anche te, e ti chiederà che ne hai fatto dei talenti che anche a te aveva dato, perché tu facessi il bene; e invece li hai dissipati nel male, in cambio di pochi soldi maledetti, macchiati di sangue innocente.
Ah, se questa storia riuscisse a toccarti il cuore e ti spingesse a denunciare i tuoi mandanti!
Sarebbe per te il riscatto, la certezza di ottenere il nostro perdono, e soprattutto il perdono di Dio.
T’illudi di poter diventare qualcuno solo perché coi soldi di un assassinio ti puoi comprare un giubbotto nuovo fiammante o magari una macchina più bella. Ma non puoi negare che anche tu vivi nella paura che un altro killer ti spari nel buio per eliminarti quando dovessi diventare scomodo o ingombrante. Credimi, ti conviene passare dalla nostra parte, che saremo noi a proteggerti e a garantirti la vita, certo più dei tuoi mandanti”.
(Maria Marcone)
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