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Libera bacchetta la stampa e replica a Casillo: “La nostra storia è distante dalla sua”

Polemiche per la presentazione di "Criminali di Puglia"

Si è parlato troppo di Casillo e poco di criminalità. È la riflessione di Libera, dopo vari articoli apparsi sulla stampa locale – e anche sulle nostre pagine – in riferimento alla presentazione del libro Criminali di Puglia, lo scorso 15 maggio alla biblioteca provinciale.
 
LA STORIA DI FOGGIA. “Dispiace che alcune testate locali – evidenzia la nota - si siano soffermate su una polemica, a nostro avviso sterile, del sig. Pasquale Casillo, che è stato assente per tutta la durata dell’incontro, arrivando solo alla fine per raccontare vicende personali, alcune delle quali sono riportate all'interno del volume dall'autore. Queste, però, sono state meramente accennate durante il dibattito, in cui si è raccontata la storia degli anni '80 e '90 della città di Foggia. Di questa storia il sig. Casillo è stato, nel bene e nel male, protagonista e, tra le altre cose, imputato in processi penali, con sentenze di assoluzione o intervenuta prescrizione”.
IL CORAGGIO DE ''LA MERIDIANA''. “Il nostro intento – prosegue la nota - era quello di accendere le luci sulla criminalità locale troppo spesso sottovalutata e l'organizzazione di questa presentazione era stata programmata ben prima della denuncia fatta al Tribunale di Trani dal sig. Casillo, perché reputiamo fondamentale raccontare queste storie e dare risalto a “La Meridiana”, coraggiosa editrice di libri “scomodi” ma importantissimi per chi, come noi, ha bisogno di sapere e di formarsi su ciò che è avvenuto e su ciò che sta avvenendo in Capitanata. Abbiamo anche ritenuto giusto lasciare intervenire Pasquale Casillo proprio perché c'è un procedimento in atto che farà il suo corso e si esprimerà in merito ad alcune affermazioni contenute nel libro”.
STORIE DIVERSE. E poi la stoccata finale. “Quanto alla richiesta di una collaborazione con Libera – scrive - ci sentiamo di dire che il ruolo del Coordinamento non è certo quello di essere al fianco del sig. Casillo. Questo perché, sentenze a parte, la sua storia è molto distante dalla nostra: noi siamo con coloro che hanno subito la violenza mafiosa o l’isolamento quando hanno scelto di battersi contro ogni forma di sopruso e di criminalità organizzata e di coloro che hanno denunciato le connivenze, come Francesco Marcone e Giovanni Panunzio. Il sig. Casillo non fa parte di questa storia e non certo perché un libro ne sancisce l’esclusione, ma perché esiste un giudizio “storico” che ci fa essere distanti. In conclusione auspichiamo che ci siano sempre più autori impegnati nello studio del fenomeno mafioso nella nostra Provincia, affinché si possano chiarire anche questi punti oscuri della storia della Città”.
LA NOSTRA REPLICA: MENO SUPERFICIALITA'. A questo punto ci sia permessa una piccola replica: agganciando il discorso all'invito di Libera, il cui encomiabile lavoro non ha certo bisogno di essere sottolineato, va però aggiunto l'auspicio che tutte le pubblicazioni che verranno, in materia di studio e di analisi della criminalità pugliese e di Capitanata, siano più accorte e fedeli ai fatti, almeno da un punto di vista etico e metodologico. Sviste grossolane come il mai avvenuto “omicidio Zanasi” - e meno male – che viene citato nel libro di Palmieri e le accuse, più o meno marchiane, di colpevolezza ai danni dello stesso imprenditore Casillo, su questioni che la magistratura ha invece archiviato a favore dell'ex patron del Foggia, sono leggerezze non trascurabili. Soprattutto da parte di una casa editrice, La Meridiana, e di una editrice, Elvira Zaccagnino, di elevato spessore intellettuale, sia dal punto di vista dei temi, sia sul piano della qualità. 

di Redazione 


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