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LiberaMente/ E se poi te ne penti?

La rubrica della psicologa e psicoterapeuta foggiana Francesca Tucci

Nuovo appuntamento con la rubrica di Francesca Tucci, "LiberaMente". La psicologa e psicoterapeuta foggiana si concentra questa volta sull'importanza delle proprie scelte. 

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SUCCEDE SPESSO CHE IN TERAPIA VA CHI DEVE FARE DELLE SCELTE. I racconti riguardano storie d’amore concluse fuori e inconcluse dentro, situazioni lavorative scomode, confusione sul proprio modo di essere, rapporti difficili da portare avanti o relazioni dolorose da lasciare indietro. Di fatto, si verificano diverse possibilità: c’è chi è abituato a fare scelte affrettate e poi se ne pente, chi crede di non saper scegliere neanche il gusto di gelato da mettere sul cono, chi per decidere si prende tempi interminabili fino a dimenticare i motivi della scelta.
Perché è così difficile scegliere?
 
Quando ci troviamo dinanzi ad un bivio, parti di noi che vorrebbero prendere direzioni opposte, finiscono per entrare in conflitto, un impasse dal quale è complicato uscire. Il dubbio nel quale ci troviamo crea confusione, emozioni di frustrazione e ci si sente bloccati in un punto, dove sembra che qualcuno ci stia costringendo a stare.
 
Se volessimo guardare alla cosa dal punto di vista analitico transazionale, la discussione che dà sui nervi nasce tra il nostro Bambino interiore e il Genitore. Il primo è lo stato dell’Io che esprime il bambino che siamo realmente stati, con le proprie paure, insicurezze, fragilità ma anche con i propri bisogni e desideri; il secondo, è lo stato dell’Io dove son finiti i nostri genitori o chi ci ha accudito in passato, ed è qui che troviamo i divieti (“non esprimere tristezza“), i permessi (“puoi essere arrabbiato“), le attenzioni, le cure e le regole che ci guidano nella vita di oggi. Fortunatamente in mezzo a questi due, esiste il famigerato e illustrissimo Adulto, lo stato dell’Io di difficile scoperta ma fondamentale per affrontare circostanze come questa con lucidità e consapevolezza. Ed è qui che casca l’asino!
 
Per facilitare la comprensione di quello che sto dicendo, farò un esempio banale ma che può rendere l’idea.
 
Immaginate di avere 4 euro. Il vostro Bambino vorrebbe comprarci la Nutella, perché a casa è finita, perché gli piace e gli viene l’acquolina in bocca al solo pensiero di potersi preparare una fetta di pane spalmandocela sopra. Il Genitore desidera, invece, comprare il pane, perché nella dispensa è ugualmente finito e perché rappresenta un alimento sano, che non può mancare a tavola e arricchire i pasti quotidiani. Il fatto è che il budget è limitato e sarà necessario fare una scelta. Il problema è che Genitore e Bambino già hanno iniziato a litigare...Il primo informa il Bambino di quanto sia importante mangiare sano, di come gli verrebbero le carie ai denti con tutta quella cioccolata e di come sia fondamentale utilizzare i soldi a disposizione in modo ponderato. Il piccolo goloso non ne vuole sapere, sa solo che vuole a tutti i costi la Nutella e comincia ad arrabbiarsi, a battere i piedi e urlare contro il Genitore che non vuole accontentarlo; quest’ultimo, d’altra parte, comincia anche lui a innervosirsi, alzando la voce e accusando il Bambino di non accontentarsi mai di niente e di comportarsi come uno stupido viziato.
 
La lotta è accesa e in entrambi gli stati dell’Io, il coinvolgimento emotivo è molto forte. Ciascuno vorrebbe accontentare se stesso: il Bambino vorrebbe soddisfare il proprio bisogno di piacere legato al gusto, il Genitore vorrebbe esser la giusta guida per il figlio, comprando cose adeguate che lo aiutino a crescer bene mangiando sano e spendendo con criterio. Il contrasto suscita nel Bambino, insoddisfazione, frustrazione e tristezza, nel Genitore, rabbia, autorità e nervosismo.
 
Come fare?
Se contattiamo l’Adulto, lui saprà sicuramente come procedere. Lo stato dell’Io Adulto valuta la situazione nel qui ed ora, con estrema lucidità e senza coinvolgimenti emotivi. In questo caso, l’Adulto è possibile che prenda i soldi in mano e decida con consapevolezza e responsabilità. Egli sa che se sceglie di comprare il pane, andando incontro al volere del Genitore, il Bambino sentirà un’amarezza che può sopportare quando tornerà a casa e non potrà fare merenda con pane e Nutella. Se sceglie di comprare la Nutella, invece, l’Adulto sa bene che il Genitore proverà insoddisfazione nel momento in cui non potrà accompagnare i pasti con una bella pagnotta di Monte Sant’Angelo.
 
Ogni scelta implica una rinuncia, dei rischi e delle conseguenze che non sempre sono piacevoli. Quando si sceglie una strada piuttosto che un’altra, farlo con consapevolezza permette di conoscere cosa si guadagnerà e a quale costo. Purtroppo o per fortuna, la vita non è solo pane e Nutella, ma delle volte le paure che accompagnano una decisione esistenziale, richiedono l’esplorazione di se stessi in modo più profondo. E la possibilità di non scegliere resta comunque una porta aperta, funzionale se lasciata spalancata con coscienza e sapienza.
 
"E sono contento della scelta che ho fatto.
Nemmeno un rimorso, nemmeno un rimpianto.
Sì, sono contento, che bella scoperta
Non serve nient’altro che fare una scelta
Patetica, eroica, patetica, eroica, patetica, eroica
Questa è la mia vita non dimenticarlo".
 La scelta – Caparezza

di Redazione 


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