Prendi un libro, meglio se un romanzo e se un bel romanzo. Dallo a un attore, ad una compagnia teatrale. Metti un divano al centro della scena e sopra, seduto, l’autore. Un’ora, un’ora e un quarto di preparazione e poi servire caldo. Al pubblico.
La ricetta “Fine Piacere Mai” funziona, almeno questa prima uscita delle tre in programma, andata in scena – espressione quanto mai azzeccata – lo scorso sabato 10 novembre, al Piccolo Teatro Impertinente di via Castiglione 49 e in collaborazione tra la compagnia foggiana guidata da Pierluigi Bevilacqua e la libreria Ubik di Foggia.
IL BOOK-TRAILER. Dieci minuti dal vivo, nei quali l’attore interpreta a memoria brani del romanzo, aprendo la performance. Siamo a teatro ma siamo in carcere: l’io-narrante compare e scompare sulla scena, gira intorno al divano sul quale, appena dieci minuti più tardi, Sandro Bonvissuto spiegherà le proprie ragioni, la storia, la genesi e la vita della propria creatura su carta. Per terra, sul palco, sparpagliate, centinaia di pagine con sopra le impronte digitali del protagonista di “Dentro”: uno degli esordi firmati Einaudi più interessanti della stagione narrativa 2012. Di fronte, mentre le note di “Marooned” dei Pink Floyd si alzano e si abbassano facendo l’atmosfera, il pubblico accoglie, recepisce, apprende. Cosa? Il libro, il romanzo, la storia. Le parole.
LA SERATA. Dopo la performance di Pierluigi Bevilacqua, riuscita e ben calibrata, totalmente incentrata sul primo – quello più crudo e anche più interessante – dei tre “momenti di una stessa vita” inerenti il romanzo protagonista della serata, si accendono le luci e sul divano rosso – in stile Ubik, ma è solo una coincidenza – compaiono l’autore, Sandro Bonvissuto, il padrone di casa Pierluigi Bevilacqua, Michele Trecca e Alessandro Galano, della libreria di piazza U. Giordano (tutti presenti nella fotogallery, di cui si ringrazia la lettrice Giuseppina Dota). La conversazione, informale e tenuta su dalla simpatia, tutta romana, di Bonvissuto, può avere inizio. Il vantaggio è importante, rispetto alle consuete presentazioni di libri: dopo il trailer ad opera della Piccola Compagnia, siamo già nel vivo della storia e, davvero, ogni preambolo è inutile. Si parla del libro, si parla col libro, si parla con il pubblico a proposito del libro.
L’AUTORE. È la filosofia il grimaldello con il quale Sandro Bonvissuto ha lavorato, raccontando una storia che ha, tra le peculiarità più interessanti, quella di cominciare dalla fine, dall’ultima parte, dal momento in cui il protagonista – che non ha nome, “perché siete voi” dirà l’autore, rispondendo ad una domanda dal pubblico – racconta la sua esperienza all’interno del carcere. E va a ritroso, poi, giustapponendo altri due racconti che fotografano la stessa vita, per quanto autonomi, immortalando il primo giorno di scuola di un ragazzo adolescente e, alla fine, la luminosità dell’infanzia. “Un’intuizione importante ma che non ho avuto io, questa – spiega subito Bonvissuto, in merito all’affascinante struttura del libro, con tutta la sua preziosa umiltà – ed è il vantaggio di lavorare con quella che, a mio modo di vedere, e dacché se ne dica, resta sempre la migliore casa editrice d’Italia”. Vero, in effetti, se è vero che nella medesima collana nella quale compare “Dentro”, ossia “I Supercoralli”, figurano autori come Javier Marias, Philip Roth, Raymond Carver, Melania G. Mazzucco, Nicola Lagioia e molti, moltissimi altri. Tutti, di grande levatura. A margine dell’incontro, oltre alle immagini del romanzo e alle battute felici del protagonista della serata, c’è anche spazio per riflettere sul problema dell’affollamento delle carceri italiane, molto a cuore all’autore: “una cosa davvero drammatica, di cui non si parla mai o se ne parla sempre poco – afferma Bonvissuto – senza dire una cosa molto importante, che ci deve far riflettere: quanto più si sale nel gradino della democrazia, prendendo in considerazione i paesi più democratici, se così si può dire, più aumentano i detenuti in relazione alla popolazione”. Lo spazio, d’altronde, la sua privazione, insieme al tempo e al suo scorrere in modo del tutto differente, sono due degli elementi più interessanti affrontati nel romanzo di Sandro Bonvissuto, i quali portano il lettore ad interrogarsi su uno dei quesiti più importanti di sempre: cos’è la libertà.