Stampa questa pagina

Incendia gli autobus del concorrente fermato dal Covid per strappargli il servizio

Alle prime luci dell’alba, a San Marco in Lamis e San Giovanni Rotondo, i Carabinieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica di Foggia, nei confronti di 3 persone, ritenute responsabili di concorrenza illecita con minaccia e violenza, nonché di danneggiamento aggravato, in relazione all’incendio di due autobus di gran turismo di una ditta di San Marco in Lamis.  

L’INNCENDIO. La notte del 2 giugno scorso, alcuni abitanti di San Marco in Lamis sono stati svegliati da una forte esplosione derivante dall’incendio di due autobus di gran turismo di una ditta locale, che si trovavano posteggiati, insieme a tanti altri mezzi, nel parcheggio situato tra il campo sportivo e il cimitero. I militari dell’Aliquota Radiomobile unitamente a quelli della locale Stazione, allarmati da una guardia giurata, sono intervenuti sul posto e hanno constatato che uno dei due autobus era completamente distrutto nella parte anteriore, mentre l’altro aveva riportato danni ingenti nella parte laterale anteriore sinistra.

I VIDEO. Il sopralluogo e l’acquisizione delle immagini rilevate dal sistema di videosorveglianza comunale e quelle di private abitazioni ed esercizi commerciali, hanno consentito di accertare che l’incendio era di natura dolosa. Le telecamere, difatti, hanno ripreso il piromane in tutte le fasi di arrivo, evoluzione e conclusione dell’illecita azione
L’analisi delle immagini ha consentito di accertare che:
•    alle ore 01.00 circa, è giunta sul luogo del reato un’autovettura SMART, di colore grigio/nera, dalla quale è scesa dal lato passeggero una persona che, a piedi, ha raggiunto il muro perimetrale posteriore;
•    attraverso una scala il malvivente si è calato all’interno del parcheggio, ha raggiunto l’autobus e mediante materiale infiammabile ha dato fuoco al pneumatico anteriore destro, dandosi immediatamente alla fuga;
•    alle successive ore 02:00 circa, la stessa persona è ritornata sul posto e, dopo aver rinvigorito le fiamme che nel frattempo si stavano spegnendo, si è allontanata definitivamente.

I RESPONSABILI. Lo sviluppo e l’analisi dei filmati acquisiti hanno permesso di identificare gli autori dell’incendio in due soggetti, il primo residente a San Marco in Lamis quale autore dell’incendio, il secondo, di San Giovanni Rotondo, con compiti di accompagnatore e palo.
Accertata la responsabilità degli esecutori dell’incendio rimaneva da capire il movente e l’eventuale mandante.  Le indagini successive, effettuate anche attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali,  hanno chiarito questi due aspetti ed inquadrato quell’incendio in un atto violento teso all’accaparramento del servizio di trasporto degli infermieri che quotidianamente attraverso pulmini si recano da San Marco in Lamis a San Severo, dove presso quell’ospedale svolgono la loro attività lavorativa. Questo servizio produce negli operatori del settore un guadagno notevole.

I DUE CONCORRENTI. Ebbene, tale servizio è stato gestito per oltre dieci anni da un imprenditore locale, il quale a causa della diffusione del contagio da Coronavirus era stato costretto a fermarsi perché nell’ambito della sua famiglia erano stati accertati casi di positività al virus Covid-19, da qui il nome dell’operazione in Lockdown.
Il servizio quindi era passato a un altro imprenditore di San Giovanni Rotondo. Una volta ultimata la quarantena il precedente appaltatore aveva cercato di riprendere il servizio chiedendo ausilio alla ditta proprietaria degli autobus bruciati visto che con il suo mezzo non riusciva a soddisfare le esigenze sorte per il distanziamento sociale. Tale iniziativa evidentemente non è stata gradita dal gestore attuale di quel servizio, il quale per sbarazzarsi del suo concorrente aveva ordinato l’incendio degli autobus.     

GLI ARRESTI. I numerosi riscontri investigativi hanno consentito ai Carabinieri della Compagnia di San Giovanni Rotondo di redigere un’informativa conclusiva che, elaborata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, è sfociata nella richiesta di misura cautelare poi emessa dal GIP del Tribunale che ha disposto la custodia cautelare in carcere per 2 soggetti nonché il divieto di dimora nel comune di San Marco in Lamis e obbligo di presentazione alla PG per il terzo.

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload