Quando mancano poche ore allo scadere del termine per depositare le richieste di apparentamento in vista del ballottaggio per l'elezione a sindaco di Foggia, Pino Lonigro gioca il jolly per la “sua” lista Lavoro e Libertà. Il consigliere regionale (nel primo turno a sostegno di Leonardo Di Gioia) convoca la stampa ed estrae la carta che “scotta”: un accordo di apparentamento già bello e pronto, stipulato con Augusto Marasco ancor prima che si celebrassero le primarie di centrosinistra.
IL DOCUMENTO. Il documento, mostrato da Lonigro, è datato 2 marzo 2014 ed è firmato da Marasco e da Alberto Urbano, segretario cittadino di Socialismo Dauno. “Il sottoscritto Augusto Marasco, in relazione al ballottaggio alle Amministrative del Comune di Foggia del 2014, apparenta la Lista rappresentata da Alberto Urbano con la coalizione da lui rappresentata per il secondo turno elettorale a Sindaco”. Questo il testo integrale dell'accordo, stipulato – precisa Lonigro – alla presenza del segretario provinciale del Pd, Raffaele Piemontese.
MARASCO CHIUDE LE PORTE. Una mossa che mette spalle al muro Augusto Marasco, mostratosi sempre contrario a ipotesi di apparentamenti tecnici, nonostante (in assenza di smentite) ne avesse già siglato uno. Nonostante questo, il candidato sindaco di centrosinistra chiude ugualmente le porte a Lonigro: “Tre mesi fa, il 2 marzo, - spiega - neanche si erano svolte le primarie e neanche esisteva una lista denominata “Lavoro e Libertà” che pretende, adesso, di apparentarsi per godere degli effetti del premio di maggioranza che scatterebbe con la mia affermazione al ballottaggio di domenica 8 giugno. Abbiamo il dovere di essere onesti, coerenti e responsabili con la città nel momento in cui ci proponiamo di governare introducendo il cambiamento”. “Io ho in corso - continua Marasco - un dialogo fecondo sui reciproci elementi programmatici con Leonardo Di Gioia, sostenuto fino a domenica scorsa da “Lavoro e Libertà” con toni trionfalistici e con aperti inviti a praticare il voto disgiunto ai miei danni nella convinzione che il ballottaggio si sarebbe svolto tra Di Gioia stesso e la destra di Franco Landella. Lamentarsi vedendo svanire i calcoli opportunistici non mi pare un atteggiamento in linea con la cultura e la tradizione rappresentata da quella lista, ai cui dirigenti ed elettori continuo a rivolgere l’appello per rafforzare il progetto politico di “Foggia 2019”.
DUBBI SULLE PRIMARIE. Nessun accordo dell'ultima ora dunque. L'uscita di Lonigro, tuttavia, apre uno squarcio su possibili “manovre politiche” avvenute prima del voto delle primarie che possono aver avuto un peso non indifferente nell'elezione di Marasco. Il tentativo di quest'ultimo di smarcarsi dalle accuse certamente non è sufficiente a dissipare i dubbi su quanto accaduto. Se da un punto di vista formale, perciò, l'eventuale deposito dell'accordo presso l'Ufficio elettorale difficilmente potrà essere accolto in vista del ballottaggio, sul piano politico le rivelazioni lasciano spazio a domande: a che serviva stipulare un accordo con Lonigro mentre erano in corso le primarie? Quali promesse erano in gioco? Quella delle primarie non doveva essere una festa della democrazia libera da condizionamenti di ogni sorta?
"CHE C' ST'C!" In attesa di eventuali risposte, per il momento ad avvantaggiarsi dello scontro è sicuramente Landella, il cui percorso che ha portato all'accordo politico con Miranda, se non altro, è sembrato lineare e alla luce del sole. I riflettori, come è naturale che sia, restano puntati sulla sfida a due tra Marasco e Landella. Nonostante ciò la considerazione più "eloquente" sull'intera vicenda rischia di arrivare dal sindaco uscente Gianni Mongelli, sfidante alle primarie di Marasco, che su facebook in maniera criptica ha postato un lapidario: “Che c stc?”. Già, che ci sta (sotto)?