Stampa questa pagina

Nella lotta alla mafia non servono carrarmati ma dignità e onestà

Fabrizio Identi immagina una Foggia sana, pulita e legale

Che cosa rimane della marcia dell’anno scorso? Questa domanda seppure giustissima, potrebbe nascondere delle aspettative che la realtà disillude con estrema facilità: si immagina che la lotta alla mafia debba essere caratterizzata da colpi di scena formidabili, eventi eccezionali, fatti stupefacenti o cose simili, in verità non è così.

NIENTE RUMORE. La legalità non ha bisogno di far rumore, ha la sua forza nella quotidianità, si nutre delle scelte che si fanno giorno per giorno. Non necessita di effetti speciali, semplicemente perché è dalla parte della ragione. Alla mafia, invece, gli eventi forti servono per incutere timore, le urla per zittire, insomma, fa come ogni persona che ha torto: grida. Immaginarsi dunque uno scenario di guerra in cui le due fazioni si scambiano colpi violenti di artiglieria pesante, è sbagliato perché ci si dimentica che la legalità utilizza l’unica arma in grado di durare, l’unica “democratica”, usufruisce dell’unico arsenale bellico che distrugge costruendo altro: la pace.  Quest’arma è un po’ come la vita: trasforma radicalmente un territorio, muta dell’interno una persona, silenziosamente, senza nessun spettacolo. Nel farlo però, è spettacolare, il risultato straordinario. Quotidianamente agisce, semina, pianta e a poco a poco raccoglie. È vero è lenta, estremamente fragile e incredibilmente difficile, eppure è l’unica che una società deve utilizzare se vuole dirsi civile; perfino una Stato, seppur con dovuti limiti, è l’unica che dovrebbe ricercare per dirsi democratico.  

LA LOTTA ALLA MAFIA. Parlare di lotta alla mafia non deve indurci a credere che ci siano due fazioni che combattono con le stesse modalità. Questo potrebbe farci pensare che il compito di affrontare la criminalità organizzata, spetti esclusivamente alla polizia, dimenticando che esiste un altro fronte, forse perfino più importante del primo, ed è sul piano culturale.   
Tu per combattere la mafia non devi imbracciare un’arma e partire in trincea, semplicemente basta scegliere di provare ad essere dignitosamente un essere umano quindi un cittadino onesto, nient’altro. Se ti fa paura, se credi di non essere in grado, se pensi che tu non ne abbia né le forze né la capacità, beh allora sei sulla buona strada, continua così. Quando sentirai di essere arrivato guardati intorno, dovresti sentire un silenzio abissale e una tranquillità imperturbabile, vuol dire o che sei morto oppure che non ti può digerire nessuno per ovvie ragioni.
La mafia non ha paura che lo Stato mandi i carrarmati a combatterla, né che tu una mattina di svegli e inizi a sparare contro di “lei”, l’unico carrarmato di cui ha paura è quello che formano i cittadini uniti tra loro, l’unico risveglio che teme è quello della tua coscienza. La domanda non è “cosa resta della marcia?” la domanda è “cosa hai intenzione di fare domani?”.

IMMAGINA. Tu prova ad immaginarla, ti sembrerà quasi di vederla, di toccarla perfino: una Foggia sana, pulita, “legale”, in grado di offrire ai giovani opportunità e futuro, che sa prendersi cura dei proprio cittadini, non perfetta, semplicemente libera. Perché non meriteremmo una città del genere? Tu, tuo figlio, tuo nipote, non meriterebbero una città così? (Fabrizio Identi)

di Redazione 


 COMMENTI
  • grazia

    16/03/2021 ore 00:06:23

    Ma con questi che governano questa città che speranza c'è? Sono loro i primi a trasgredire.
  •  reload