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MACCHEMUSICA/ La provocazione di una generazione che non molla: I Tiro

La rubrica curata da Simona Auciello e Alessandro Cavotta

Nuova puntata per la rubrica di Foggia Città Aperta, “MACCHEMUSICA”, a cura di Simona Auciello e Alessandro Cavotta, per scoprire giovani talenti e conoscere artisti. 

L’ARTISTA. I Tiro sono una band originaria di Troia (Fg), suonano un genere alternative rock. Il progetto musicale è cominciato due anni fa nel luglio 2016 quando per prova dopo una serata di tributo agli Audioslave e ai Foo Fighters hanno deciso di intraprendere questo lavoro insieme, la formazione è composta da: Luigi D’Attoli 33 anni (voce e chitarra), Francesco Savino 27 anni (batteria) e Celestino Rutigliano 23 anni (basso). Nel settembre 2016 hanno registrato i primi 3 brani per il loro primo omonimo Ep, che è uscito ufficialmente a Gennaio 2017. Ultima creazione uscita nel gennaio 2018 è l’album “Senza Uscita”, un disco notevole di dieci tracce totalmente autoprodotto. 

L’INTERVISTA. Raccontateci cosa vi ha ispirato durante la scrittura della canzone Seguimi, il cui video comincia con una citazione di Shopenhauer e il suo dilemma del porcospino
In analogia con le relazioni tra due esseri umani, se due persone iniziassero a prendersi cura e a fidarsi l'uno dell'altro, qualsiasi cosa spiacevole che accadesse ad uno di loro, ferirebbe anche l'altro, e le incomprensioni tra i due, potrebbero causare problemi ancora più grandi. L’idea di inserire il “dilemma del porcospino” è venuta ad un nostro amico che ha fatto i disegni che compongono il video, Guido Antenozio. Animazioni ed effetti sonori sono stati curati, invece, da Antonio D. Lupoli. La proposta musicale è stata fatta ascoltare e abbiamo lasciato che l’immaginazione ispirasse il disegno, il frutto di questo lavoro è il video stesso. Fondamentalmente sembra una canzone d’amore, ma il concetto del porcospino calza benissimo, parla di una lei/un lui che si trova in una situazione di disagio nel ricevere gli input esterni, all’avvicinarsi dell’input, aumenta il dolore, quindi una sorta di umanoide con i pungiglioni da porcospino, il concetto si inserisce perfettamente.
“Guardati dentro alle tasche, ci troverai pezzi di sogni, prova a rimetterli insieme, vedrai, serviranno a tenerti in piedi”, è una frase del brano Il nostro tempo. A noi sembra il grido di una generazione che cerca stabilità economica, ma non fugge, anzi, “ci sbatterà la testa, di nuovo”
Sì, è esattamente il flusso di coscienza che deriva dall’esperienza del nostro batterista Francesco Savino. Quando abbiamo cominciato a suonare, lui viveva a Londra per studiare in una scuola di batteria in Inghilterra. Nei suoi discorsi, ci parlava delle avventure fuori dall’Italia, avventure negative che condensavano l’amara consapevolezza di un giovane che per continuare nello studio di uno strumento e soprattutto per vedere un futuro attraverso di esso, doveva allontanarsi dalle proprie radici, ammazzandosi di lavoretti di ogni genere per potersi mantenere dignitosamente. Al suo rientro dall’Inghilterra, abbiamo cominciato a lavorare con questo testo che riguarda i sogni nel cassetto di una generazione che non fugge ma, appunto, “ci sbatte la testa”. 
L’ironia dei post su Facebook, il merchandising, gli artwork e i brani scaricabili direttamente dal vostro sito ufficiale (
https://tiroband.wixsite.com/tiro), chi c’è dietro questo lavoro social ben riuscito? 
Il sito e la parte social, vengono curati nei dettagli da noi, chi per le idee, chi effettivamente si cimenta nella creazione, ognuno mette del proprio. Riteniamo che il sito internet come le pagine social siano il biglietto da visita di una band e quindi non possono essere lasciati al caso. Dopo il cd, abbiamo pensato al merchandising: l’idea delle chiavi, per esempio, è venuta pensando ad un aperitivo tra amici, e il gesto di poggiare le chiavi sul tavolo con il nome della band, un buon modo per pubblicizzarci senza troppo impegno (per dire), il guadagno economico è quasi nullo, però è una cosa simpatica anche da donare a chi ci supporta. Piuttosto che stampare volantini pubblicitari, abbiamo preferito dei gadget. Che poi si sa, di solito gli accendini si perdono in tasche altrui, sono quindi un ottimo mezzo di propaganda. 
Nella versione acustica pronta al download del brano Aprile, come i Ministri (la band) parlate di un “Passato migliore”. L’ album Senza Uscita riprende la scia delle vostre playlist musicali?  
Complimenti per averlo notato, sì è una citazione dei Ministri a cui ci ispiriamo molto nelle composizioni, l’input viene anche da artisti come gli Afterhours, i Verdena, Subsonica, per citarne qualcuno straniero nomino i Biffy Clyro, gli Audioslave, i Rage Against The Machine, i Muse. La versione pronta al download di Aprile è una versione in acustico fatta durante la registrazione del disco, inizialmente era una cosa intima, una prova da tenere punto poi ci è piaciuta molto qualitativamente parlando e così abbiamo deciso di renderlo fruibile tramite download. Stiamo lavorando nella creazione di quello che sarà il video ufficiale di Aprile.  
La copertina dell’album raffigura un’astronauta sulla luna, Descriveteci il gioco del labirinto degli schermi nell’album e il concetto che l’album vuole comunicare. 
La copertina e gli artwork che trovate nel disco, sono stati fatti da Francesca Caiafa, un’amica a cui abbiamo proposto di buttare giù idee per la copertina dell’album, con lo stesso procedimento dell’ispirazione tramite l’ascolto dei brani, le abbiamo dato carta bianca. Non riusciamo a vedere una conclusione positiva della storia, che sia d’amore o una denuncia a livello sociale, non riusciamo a chiudere il cerchio in maniera positiva. E’ un disco duro, non troppo allegro, abbiamo rispecchiato la limpidità dei nostri pensieri di quello che stiamo vivendo, raccogliendoli in un unico album. L’astronauta rispecchia il senso del non avere un’uscita, egli è l’unico che sta sulla luna, è un prigioniero, l’astronauta siamo noi sulla nostra luna, soli senza via d’uscita. 

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di Redazione 


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