Mai più terrorismo, la CGIL contro l'iniziativa all'Unifg: "Revisionisti che occultano verità storiche"
Lunedì
24 marzo 2025 l'Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza
dell'Università di Foggia ci sarà un incontro sul tema: "Mai
più terrorismo: informazione e dialogo verso la riconciliazione e la
pacificazione nazionale". L'iniziativa, patrocinata da Senato,
Camera dei Deputati e della CRUI (Conferenza dei Rettori delle
Università Italiane) affronterà il tema partendo dalle storie di
Sergio Ramelli e Benedetto Petrone. Tra i relatori figirano Giovanna
Iannantuoni, presidente CRUI, Antonio Uricchio presidente ANVUR,
Lorenzo Lo Muzio Rettore dell'Università di Foggia, Donatella
Curtotti, prorettrice vicaria, Giovanni Fasanella, giornalista,
Sergio D’Elia, segretario dell'associazione Nessuno Tocchi Caino e
Potito Perruggini Ciotta, presidente Osservatorio Anni di piombo e
nipote del Brigadiere Giuseppe Ciotta, M.O.V.C., vittima del
terrorismo.
LA CGIL. “La scelta dell’Università di Foggia di promuovere
un’iniziativa condivisibile nel titolo, ‘Mai più terrorismo’, nel suo
intento ecumenico cozza con la presenza di esponenti politici che si
nascondono dietro le nostre nobili istituzioni per proseguire
un’attività di divulgazione revisionista sulla storia di quei terribili
anni del Paese e non solo”. È quanto afferma il segretario generale
della Cgil di Foggia, Gianni Palma. “L’intento di accomunare le
drammatiche vicende di Sergio Ramelli e Benedetto Petrone, nel
ricorrente e diffuso ricorso al paradigma vittimario, cela vicende e
storie processuali differenti pur trovandoci di fronte a due vittime
innocenti. Esecrabili gli atti, ma è doveroso ricordare che gli
assassini di Benny partirono da una sede del MSI barese, lo stesso
partito dal quale provengono il presidente del Senato e il vice
presidente della Camera. Eppure proprio il secondo, Fabio Rampelli, nel
presentare primo firmatario una proposta di Legge per l’istituzione di
una “commissione parlamentare di inchiesta sulla violenza politica negli
anni tra il 1970 e il 1989”, nella relazione di accompagnamento fa
riferimento solo ai casi di omicidi nei quali sono rimaste vittime
militanti di destra. Strane amnesie se si pensa appunto alla vicenda di
Benny Petrone o alla terribile pagina dell’eversione stragista
neofascista del Paese. Ci chiediamo: l’intento è riscrivere la storia a
uso e consumo di una parte, occultando verità storiche e giuridiche?
Tutto questo è noto al rettore e ai docenti che hanno avallato promosso
questa iniziativa?”. LUIGI PINTO. “È noto - prosegue Palma - che
il direttore del Tgi Chiocci e D’Elia dell’associazione Nessuno Tocchi
Caino, siano ancora oggi sostenitori dell’innocenza di Mambro e
Fioravanti per la strage di Bologna, nonostante ripetutE sentenze
passate in giudicato e le ultime vicende processuali legate a Bellini
ricolleghino ancora una volta a quel sodalizio criminale neofascista le
responsabilità. Foggia è la città del martire Luigi Pinto, tra le
vittime della strage di Brescia, una strage su cui il presidente del
Senato nel suo ricordo in occasione del 50esimo anniversario non è mai
riuscito ad associare alle responsabilità del terrorismo neofascista”,
conclude Palma. “Ci uniamo alla speranza che questo Paese non debba mai
più vivere pagine tremende come quelle della stagione del terrorismo.
Crediamo che compito di una istituzione scientifica come l’università
sia indagare quella storia, dare voce ai testimoni e vittime, non
piegarsi a operazioni che nel nome di una pacificazione che non si
comprende cosa significhi oggi - la nostra democrazia è stata più forte
anche dell’eversione armata di ogni colore - provano a fare
revisionismo. Lo stesso che spinge il senatore La Russa a parlare della
battaglione Bozen come di una banda di pensionati, un pezzo della
repressione anti partigiana nella Roma occupata dai tedeschi nel 1943,
attaccato dai GAP in via Rasella, evento che diede stura all’odiosa
rappresaglia nazifascista che portò all’uccisione di 335 vittime
innocenti, tra loro quattro figli di questa terra: Nicola Stame, Teodoro
Albanese, Umberto e Bruno Bucci. A loro, a Luigi Pinto, a tutte le
vittime dello stragismo e dell’eversione armata, va il nostro commosso
ricordo. Senza strumentalizzazioni piegate all’attualità politica”.
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