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Martin Luther King, 50 anni dopo: "Free at last”, il ricordo dell'Ambasciata di Pace di Foggia

A 50 anni esatti dal suo assassinio, l'Ambasciata di Pace di Foggia ricorda e celebra Martin Luther King. leader del Movimento per i diritti civili degli afroamericani e Premio Nobel per la Pace, ucciso a Memphis il 4 aprile 1968.

IL RICORDO. “Sono stato sulla cima della montagna. Ho guardato oltre. E ho visto la terra promessa. Forse io non ci arriverò. Ma voglio che voi sappiate che noi, come popolo, raggiungeremo la terra promessa”. Martin Luther King, nel suo ultimo sermone, pronunciato a Memphis il 3 aprile 1968, era consapevole dei rischi che correva; prima di partire aveva ricevuto le ennesime minacce di morte. Ma da uomo di fede non se ne curava, anche se i medici che eseguirono l’autopsia, la sera del 4 aprile 1968, dissero che il suo cuore mostrava i segni dello stress di 13 anni di attività in prima linea, per la difesa nonviolenta dei diritti civili dei neri americani. Arrestato, picchiato, insultato, minacciato: MLK non si era fermato mai, e non solo per il riscatto della sua gente: si era schierato decisamente contro l’intervento americano in Vietnam, e continuava a denunciare, nel suo ultimo periodo, la profonda ingiustizia della società americana, stando decisamente dalla parte dei poveri, di tutti i poveri. Cinquant’anni dopo, la sua testimonianza dovrebbe risuonare come un grido che spezza l’apatia, l’indifferenza, l’accettazione passiva dello status quo. Guerra in Siria, guerra in Yemen, oppressione del popolo palestinese, oppressione dei kurdi, dei Rohingya in Birmania, e tante altre minoranze etniche, religiose, sessuali, politiche. I regimi autoritari sembrano trionfare in mezzo mondo. Sono i nostri alleati, sono i nostri clienti, i nostri partner commerciali. Vendiamo le armi, acquistiamo petrolio e gas e materie prime, difendiamo “gli interessi nazionali”, cioè ci preoccupiamo solo dei soldi. Ricordare Martin Luther King oggi significa ricordare una lotta incessante, instancabile, contro l’ingiustizia. Perché non c’è pace senza giustizia. E non ci si deve arrendere MAI di fronte a ogni forma di prevaricazione, di oppressione. Anche se sappiamo, come sapeva MLK, che questa lotta durerà fino alla fine. Tanto che l’epitaffio sulla tomba di quest’uomo straordinario è “Finalmente libero”. “Free at last”.

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di Redazione 


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