Nelle prime ore di oggi il Comando Provinciale di Foggia ha dato
esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura cautelare nei confronti di 19
indagati (8 colpiti da custodia in carcere e 11 agli arresti domiciliari)
emessa dal G.I.P. del Tribunale di Foggia, su richiesta della locale Procura
della Repubblica, nei confronti di altrettante persone che, in concorso tra
loro e a vario titolo, sono ritenuti responsabili dei reati di favoreggiamento
dell’immigrazione illegale nel territorio dello Stato italiano, attraverso la
produzione di documentazione e attestazioni false presso le Autorità italiane,
sia all’estero che in Italia.
IL
CERTIFICATO.Le indagini, avevano avuto
inizio nel settembre 2016 da una segnalazione dell’Ambasciata d’Italia in
Marocco su presunte irregolarità riscontrate nella documentazione prodotta da
una donna di Manfredonia per la registrazione di un matrimonio contratto in
quel Paese con un giovane del posto. Nel mese di maggio dello scorso anno,
infatti, l’Ambasciata d’Italia a Rabat aveva inviato alla Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Foggia una nota informativa, segnalando che
una cittadina italiana, di Manfredonia, aveva richiesto un certificato di idoneità
matrimoniale riguardante un cittadino marocchino, esibendo una busta paga
apparentemente non veritiera, e che tale episodio consentiva perciò di ritenere
potesse trattarsi di un matrimonio “di comodo”. La Procura aveva allora
delegato le indagini all’Arma di Manfredonia, che aveva subito avviato una
complessa indagine, sviluppata dal proprio Nucleo Operativo, anche a mezzo di
attività tecniche e prolungati servizi di osservazione, pedinamento e
controllo.
I CONTROLLI. Nel corso delle indagini è emerso un consolidato e lucroso sistema per introdurre in modo apparentemente legale cittadini marocchini, uomini e donne, in Italia. I tre indagati stranieri, considerati il perno dell’attività illecita, individuavano in Italia le persone disposte, previo compenso di circa 2000 euro, a contrarre il matrimonio all’estero. Avuta la loro complicità, i nubendi venivano dotati di biglietto aereo e inviati in Marocco, dove, una volta sposati, producevano la documentazione presso l’Ambasciata d’Italia per il rilascio del visto d’ingresso del coniuge. Tornati in Italia erano poi obbligati a una breve convivenza con il consorte, per il tempo strettamente necessario al rilascio del permesso di soggiorno. Veniva poi attivata la pratica di separazione, al fine di poter poi contrarre un nuovo matrimonio. Gli stranieri introdotti sul suolo italiano, nel frattempo, facevano perdere le loro tracce. LI.
I SOLDI. Enorme
il giro di affari. Per ogni matrimonio le cifre si aggiravano complessivamente
tra i 7.000 e i 10.000 euro. La
celebrazione del matrimonio così "combinato" consentiva quindi al
cittadino extracomunitario di ottenere il presupposto legale perché gli venisse
rilasciato il permesso di soggiorno, sulla base però di una circostanza (il
matrimonio stesso) che, in realtà, era fittizia, ma idonea a trarre in errore
il funzionario che, provvedendo a rilasciare il visto di ingresso o di
permanenza in Italia (consentendo di ritenere sussistente l’art. 48 c.p.)
metteva in tal modo lo straniero in condizione di regolarizzare la propria
presenza sul territorio. Inoltre,
in ognuno dei casi accertati era comunque emerso il fine di lucro sia dei
nubendi sia degli organizzatori.
GLI ARRESTI. Ad attività
investigative concluse, la Procura della Repubblica di Foggia ha ritenuto sussistere
le esigenze cautelari nei confronti dei cittadini italiani che, oltre ad
essersi prestati ad andare in Marocco per contrarre il matrimonio con il
cittadino straniero, ne abbiano chiesto poi anche la trascrizione in Italia per
la richiesta del relativo visto. Essi infatti, a differenza degli altri, hanno
dimostrato una più forte propensione a delinquere, formulando un atto
ideologicamente falso che consentiva l’ingresso in Italia a perfetti
sconosciuti che, in tal modo, potevano così permanervi.
I COLLOQUI. Si
riportano alcuni stralci di conversazione da cui emerge chiaramente come gli
stranieri entrati con tale sistema in Italia fossero poi costretti a continuare
a pagare al fine di non vedersi negare il buon esito della pratica:
A: pronto
B: ciao come stai? ti ho chiamato prima ma non
rispondevi?
A: non ero a Foggia
B: quale la soluzione adesso di questo rifiuto?
A: ti avevo detto che devi fare un avvocato
poichè il vigile non ti ha trovato il giorno del controllo
B: si, però tu e la donna che avete preso i
soldi mi avete detto che andrà tutto bene
A: si ma io da tutto questo ho ricevuto
solo 1000 € da questi ho fatto i biglietti, e per farti affittarti una casa ci
volevano circa 1500,00€
B: ma io tutti i soldi li ho dati alla donna …
A: tu devi dire all'avvocato che abiti a
casa con loro
B: si, ho detto anche che io lavoro per vivere
qui… io adesso ho paura che la polizia mi mandano in Marocco
Inoltre, pur di evitare conseguenze
penali, una volta intascati i soldi, gli indagati non esitavano ad esporre gli
stranieri introdotti (soprattutto le donne) ad una probabile espulsione. Molto
grave un episodio in particolare, in cui una donna viene descritta come
prostituta al fine di giustificare il fatto che non viene accolta in casa.
A: oh quella mi ha detto al telefono poco
fa..io domani mattina prendo roba e vengo a casa tua, tu mi devi mantenere
perchè io sposata con te...hai capito!!!
B: e che c'entra???
A:come che c'entra???
B: che c'entra che sei sposato!!!
A:..lei dice perchè io sono sposata con te ed io
devo stare insieme a te a casa tua...
B: si scusa, io ti ho sposato però non mi piaci
più, ti ho mandato a fare in c...o, quale problema c'è???
A: tu non sei mai stata a casa mia....allora io
adesso vado in Caserma e vado a dire questo, io sono sposato con lei è vero ma
lei non è mai stata con me, se ne è andata a Campobasso, ora perchè l'hanno
gettata fuori da Campobasso, ora lei vuole venire a vivere con me....
B : lei non è mai stata a casa mia, il primo
giorno che è venuta, è venuta un giorno a casa mia e poi è andata a fare le
corna con gli stranieri, con i zingari, con i rumeni.....è andata a fare la
strada...ma scusa ma mica io devo tenere una p….a che va a fare la strada?? …
In definitiva - spiegano i carabinieri - si tratta di un sistema
collaudato e sperimentato da tempo, che mette in conto anche il trasferimento
di denaro all’estero, il mantenimento con vitto e alloggio, e persino
l'assistenza legale sia per consulenze sul come agire e cosa riferire in caso
di controlli e verifiche, sia per affrontare le pratiche del successivo divorzio,
per poter poi ricominciare, e, infine, anche alla falsificazione di tutta la
documentazione necessaria.
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