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Memoria, giustizia, legalità: gli scout del Foggia 1 chiudono a Terra Aut l’anno sociale

Angela Cianci che racconta la storia di suo fratello Michele, vittima innocente di mafia, ucciso a Cerignola la sera del 2 dicembre 1991 per essersi opposto a un tentativo di rapina. Dora Giannatempo che spiega le finalità di Terra Aut, bene confiscato alla mafia gestito oggi dalla cooperativa Altereco, che da simbolo di violenza e criminalità organizzata è diventato luogo di lavoro, economia, inclusione, giustizia, diritti, partecipazione. Rover e scolte che ascoltano, vivono con intensità il momento, riflettono su quanto ascoltato. Perché il senso della due giorni che ha visto gli scout Agesci del gruppo Foggia 1 della parrocchia San Michele è stato proprio quella della partecipazione, della responsabilità, dell’importanza di fare memoria. A partire dalla conoscenza dei nomi delle vittime innocenti di mafia e del riuso sociale dei beni confiscati restituiti alla comunità.

NO ALLA CULTURA DELLA SCARTO. Ė qui, nelle campagne di Cerignola, che il gruppo scout del Foggia 1 ha pensato di chiudere l’anno associativo, in attesa di vivere l’esperienza dei campi e della route estiva in programma tra luglio e agosto. «Viviamo appieno la parola legalità, diamole un senso nella vita di tutti i giorni. Viviamo la bellezza della terra, come questo luogo in cui ci troviamo, che diventa occasione di riscatto per le persone che hanno sbagliato. Papa Francesco ci esorta a dire “no” alla cultura dello scarto» è il senso dell’omelia di padre Giuseppe Rainone, assistente ecclesiastico del gruppo. Proprio sui terreni di Terra Aut, infatti, sono impegnati detenuti o ex-detenuti provenienti dall’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna che attraverso l’attività di agricoltura sociale iniziamo un percorso di inclusione lavorativa e sociale, con l’obiettivo di offrire nuove opportunità di vita rispetto alle false promesse della strada.

LA GIORNATA. Non a caso, la mattina lupetti e lupette, esploratori e guide, rover e scolte e comunità capi, insieme alle famiglie, hanno messo a dimora delle piantine nell’orto di Terra Aut, con l’impegno di prendersene cura, di partecipare alla successiva raccolta e di sostenere attraverso azioni pratiche di antimafia concetti quali legalità, giustizia sociale, diritti. Tra i momenti più emozionanti, la lettura delle 33 vittime innocenti di mafia delal provincia di Foggia, scandite da un tocco di campagna, per ricordare i loro nomi ed invitare i presenti a soffermarsi sul sacrificio di ciascuno di loro per il bene comune della legalità e delal giustizia; il momento del passaggio dei ragazzi del Noviziato nel clan, la comunità di rover e scolte che hanno accolto i più giovani per vivere insieme la strada, la comunità, il servizio, la fede. Un altro anno è trascorso e come ha ricordato padre Giuseppe l’augurio è che ogni passo degli scout, da quello più piccolo al più grande, abbia compreso il senso della responsabilità di «lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato, con le nostre gesta e le nostre azioni».

LA PROPOSTA EDUCATIVA. Del resto, la proposta educativa e formativa dell’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani è ancora viva ed attuale, e continua ad accompagnare la crescita di tanti bambini, ragazzi ed adulti. Avventura, gioco, fede, strada. Il metodo educativo Lord Robert Baden-Powell, fondatore del Movimento Scout, è una proposta che vede i giovani come autentici protagonisti della loro crescita. In che modo? Attraverso l’amore per la natura, per l’avventura, per la vita all’aria aperta. La riscoperta della manualità, del servizio verso gli altri, della buona azione. La strada, la condivisione, la fatica, le regole, la lealtà.

di Redazione 


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