Metropol, allarme dei lavoratori: “L’azienda avanza soldi da Comune e Asl e non può pagare i dipendenti”
La rabbia del segretario provinciale Usppi, Di Fonso
La mancata corresponsione da parte del Comune di Foggia all’istituto di vigilanza Metropol di circa 500mila euro sta paradossalmente paralizzando l'azienda di vigilanza che non riesce a pagare gli stipendi da ormai 4 mesi. È la denuncia del segretario provinciale Usppi, Massimiliano Di Fonso, che sottolinea come “le colpe sono da tutte da attribuire alla dirigenza del Comune che per cavilli burocratici, strani contenziosi di alcuni lavoratori, hanno posto l'azienda in una fase di stallo perenne”.
I CREDITI. “Nonostante la Metropol vanti crediti di circa 1,2 milioni di euro dal Comune di Foggia, l'Istituto Poligrafico e la Asl Foggia – rimarca Di Fonso – l’azienda ha la liquidità necessaria per ottemperare al pagamento degli stipendi ai lavoratori. Da qui l'accorato appello diretto esclusivamente al sindaco Landella affinché possa in qualche modo intervenire e governare la vertenza per evitare che presto si passi a tensioni di ogni genere”.
LA SOLUZIONE. “Al prefetto di Foggia – ribadisce Di Fonso - l'invito a voler far sì che possa direttamente chiamare le dirigenze degli enti pubblici, dove Metropol è in appalto, e chiedere di sbloccare i soldi. La Asl deve a Metropol 700 mila euro mentre 250 mila euro l'istituto Poligrafico. Altre iniziative saranno certamente sterili e privi di risoluzione. Ci auguriamo che questa settimana si chiuda la vertenza, altrimenti sarà sit-in permanente davanti al Comune – conclude il segretario provinciale Usppi -, per poi passare alla Asl Foggia” (LEGGI: Caso Metropol, il Tar della Puglia sospenda la revoca della Prefettura) .
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.