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Minacce, pedinamenti, scritte e danni all'auto: così perseguitavano due donne

Il capo della Mobile Fabbrocini: "Sono reati codardi"

La Squadra mobile di Foggia ha scoperto due brutti casi di persecuzione in danno di due donne, il primo avvenuto in mentre il secondo nella città di Foggia.

IL PRIMO EPISODIO. La vittima aveva instaurato una breve relazione con il suo persecutore interrotta dopo una quindicina di giorni per volontà della donna. M.C. pedinava quotidianamente la donna a bordo della sua autovettura, la contattava continuamente sul cellulare, costringendo la vittima a cambiare numero. Le persecuzioni hanno avuto una durata di due anni da febbraio 2012 ai primi di novembre del 2013. L’uomo era arrivato a scrivere anche sui muri degli edifici posti in prossimità della sua abitazione frasi diffamatorie e lesive della dignità della vittima. M.C. minacciava di tagliare la gola alla vittima o di rivelare al marito la loro relazione se la donna non avesse continuato ad avere rapporti con lui. La vittima ha trovato il coraggio di denunciare l’uomo che adesso è agli arresti domiciliari.
SECONDO EPISODIO. Il persecutore era già stato in carcere per atti persecutori e adesso è stato raggiunto da una misura cautelare con divieto di accesso ai luoghi frequentati dalla vittima. L’uomo una volta uscito dal carcere ha ripreso l’attività persecutoria in danno della stessa donna. Nel periodo tra gennaio ed ottobre 2013, R.N. pedinava in molte occasioni T.E. sia quando si recava al lavoro che durante al tempo libero. Inoltre, l’uomo aveva in più occasioni danneggiato l’autovettura della donna (a cui fa riferimento il video)e nelle ore notturne citofonava insistentemente a casa della stessa. La vittima era stata inoltre costretta a installare una telecamera di videosorveglianza a sue spese per identificare il persecutore.
“REATI CODARDI”. “Questi sono reati codardi – ha dichiarato Alfredo Fabbrocini, capo della mobile – perché nascondersi dietro atti persecutori, che siano bucare le gomme della macchina o citofonare a casa di una persona, è una chiara mancanza di coraggio.”.

di Redazione 


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