Con una corona al cippo deposta in piazza Italia e un messaggio letto alla presenza delle autorità civili e militari e delle organizzazioni combattentistiche, il sindaco di Foggia, Gianni Mongelli, questa mattina ha commemorato l'anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine e le vittime di Capitanata di quel tragico evento del '44, il foggiano Nicola Ugo Stame, i lucerini Bruno e Umberto Bucci, il cerignolano Teodato Albanese e quanti furono trucidati dai nazisti nell’oscuro ventre di una montagna.
In uno dei passaggi della lettera commemorativa pronunciata dal sindaco Mongelli si legge: "I nostri cuori non devono e non dovranno mai chiudersi alla commozione per le donne e gli uomini che lì persero la vita: martiri di un’epoca buia e violenta, innocenti vittime della vendetta di regime.
Tocca a noi, ai loro eredi ideali tenere accesa la fiamma della memoria per illuminare il cammino del riscatto nel segno della libertà. [...] I nostri concittadini, militari e civili, sono stati vittime di una atrocità, di uno dei tanti, troppi crimini patiti dall’umanità in quei tristi e bui anni.
Nelle Fosse Ardeatine riposano i resti ed è custodita la memoria viva di chi ha pagato con la vita l’appartenenza ad un popolo e l’aspirazione alla libertà.
Noi che possiamo rivendicare con orgoglio e forza tanto l’una che l’altra dobbiamo essere loro grati".
Con una corona al cippo deposta in piazza Italia e un messaggio letto alla presenza delle autorità civili e militari e delle organizzazioni combattentistiche, il sindaco di Foggia, Gianni Mongelli, ha commemorato questa mattina l'anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine e le vittime di Capitanata di quel tragico evento del '44, il foggiano Nicola Ugo Stame, i lucerini Bruno e Umberto Bucci, il cerignolano Teodato Albanese e quanti furono trucidati dai nazisti nell’oscuro ventre di una montagna.
IL MESSAGGIO COMMEMORATIVO. In alcuni passaggi del messaggio commemorativo pronunciato stamattina dal sindaco di Foggia si legge: "I nostri cuori non devono e non dovranno mai chiudersi alla commozione per le donne e gli uomini che lì persero la vita: martiri di un’epoca buia e violenta, innocenti vittime della vendetta di regime.Tocca a noi, ai loro eredi ideali tenere accesa la fiamma della memoria per illuminare il cammino del riscatto nel segno della libertà. [...] I nostri concittadini, militari e civili, sono stati vittime di una atrocità, di uno dei tanti, troppi crimini patiti dall’umanità in quei tristi e bui anni.Nelle Fosse Ardeatine riposano i resti ed è custodita la memoria viva di chi ha pagato con la vita l’appartenenza ad un popolo e l’aspirazione alla libertà.Noi che possiamo rivendicare con orgoglio e forza tanto l’una che l’altra dobbiamo essere loro grati".