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Mongelli rilancia: "Mi candido al Consiglio comunale. Ma potrei farlo con una lista civica"

E sull'esito delle primarie: "Dov'è finito il centrosinistra?"

“Mi candido al Consiglio comunale”. Con uno dei partiti della coalizione di centrosinistra o con una lista civica? “Questo è tutto ancora da definire. L’opzione può essere una o l’altra, sicuramente non essendo iscritto a un partito, questo ha un peso in questa scelta. A me interessa relativamente poco, a me interessava comprendere nella riuinione di ieri qual è il percorso politico che la coalizione che mi ha indicato volesse continuare a svolgere. Dinanzi alla necessità comunque di essere parte attiva di questa partita e non essere la ruota scorta di nessuno, noi ribaltiamo e diciamo: abbiamo dei valori che vogliamo rafforzare, ci mettiamo a disposizione per farlo ma voglio avere l’agibilità politica”.
STRUMENTO NON REGOLAMENTATO. Gianni Mongelli non lascia, anzi. Convoca la stampa e commenta i risultati delle primarie che hanno visto trionfare Marasco: “I miei 2mila300 voti non possono rimanere senza padre. Da quella sera, appena si è chiuso lo spoglio a me e agli amici delle forze politiche rappresentate si è alzato quasi un grido di dolore: il centrosinistra dove sta? Chi dà garanzia nella coalizione di queste forze, di questi valori?”. Le riflessioni di Mongelli si soffermano poi sullo strumento che il centrosinistra aveva messo a disposizione per la scelta del proprio candidato: le primarie. “Questo strumento – ha commentato Mongelli – o viene regolamentato e disciplinato nella sua accessibilità e operatività o può diventare non un elemento positivo ma deflagrante soprattutto per il centrosinistra. È uno strumento che utilizziamo per noi, per scegliere tra di noi le nostre energie e possibilità migliori”.
ATTO DI GENEROSITA’. “Non sto accampando scuse ma alcune valutazioni vanno fatte – ha continuato Mongelli -. Ho fatto un atto di generosità amministrativa e politica nel candidarmi e dare la disponibilità nel richiedere di fare le primarie, ma questo atto non è stato ripagato con la stessa generosità. Il dato di 1700 voti di differenza tra me e Marasco è una frammentazione di voti di altre presenze, tutte autorevoli”.
PRESENZA DEL CENTRODESTRA. Mongelli  si sofferma anche sul fatto che le primarie, seppur libere, andavano comunque gestite diversamente. “Domenica non sono stato presente dalla mattina alla sera – ha spiegato Mongelli - però in quel poco tempo che ho passato alla palestra Taralli ho notato persone di centrodestra presenti in amministrazioni passate. Ma non uno, decine... Inoltre, erano presenti esponenti di movimenti sindacali di centrodestra”.
IL DATO INCONSTESTABILE. “Il dato è quello, nessuno lo contesta. - ha proseguito Mongelli - Marasco è il vincitore delle primarie. Ma continueremo a giocare la partita per quella voglia di mantenere vivi i valori del centrosinistra e lo faremo in tutte le forme possibili dal punto di vista formale, amministrativo e politico nel rispetto delle regole che ci siamo dati”.
NIENTE DIMISSIONI. “Confermo che resterò sindaco di Foggia, se non mi succede qualcos’altro di peggio facendo gli opportuni scongiuri, – commenta scherzando Mongelli – fino al 25 maggio o quando sarà il termine del mandato. Lungi da me la logica delle dimissioni: l’ho fatto una sola volta sbagliando e non voglio riproporla in questo momento, anche perché abbiamo tante cose da fare”.
GLI ULTIMI 3 MESI AMMINISTRATIVI. “Chiedo alle forze politiche del centrosinistra di consentire che questi tre mesi siano pieni dal punto di vista amministrativo in tutti gli atti migliori possibili per la città – ribadisce Mongelli –. Sono tutti atti fondamentali quelli come il piano sociale di zona, il piano del Salice, gli atti relativi alle opere pubbliche e il completamento di altre scelte amministrative che si andranno a realizzare. Rimango sindaco di questa città per portare a compimento il mio mandato facendo fruttare questi ultimi mesi che non saranno affatto mesi di sopravvivenza”.

di Redazione 


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