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Morte in carcere di Harfachi, Ilaria Cucchi “chiede chiarezza” ai ministri della Giustizia e dell’Interno

L’interrogazione parlamentare della neo senatrice

“Chiede di sapere: se il Ministro della Giustizia intenda con urgenza disporre accertamenti ispettivi sul caso sopra esposto, chiarendo anche le ragioni per le quali ancora oggi venga impedito ai familiari di vedere il corpo del proprio caro Osama Paolo Harfachi; se il Ministro dell’Interno non intenda fare chiarezza, per quanto di sua competenza, sulle cause che hanno portato alla morte del Sig. Osama Paolo Harfachi”.

IL CASO. È il testo dell’interrogazione parlamentare a risposta orale presentata ai Ministeri di Giustizia e dell’Interno dalla neosenatrice Ilaria Cucchi, alleanza Verdi e Sinistra Italiana, in merito alla morte nell’Istituto Penitenziario di Foggia, in circostanze poco chiare, del cittadino Osama Paolo Harfachi. Accadimento per il quale risultano al momento indagate per omicidio preterintenzionale e per omicidio colposo ben tredici persone, tra cui un detenuto. Il trentenne defunto, cittadino foggiano di origini marocchine, lo scorso 13 ottobre è stato arrestato per il reato di rapina.

“MI HANNO PICCHIATO”. “A cinque giorni dall’arresto, precisamente il 18 ottobre – come specifica nel suo atto la senatrice Cucchi – da quello che riferiscono i giornali, il sig. Harfachi è stato trovato senza vita nel letto della sua cella nel Carcere di Foggia; sempre da fonti giornalistiche (fonte La Repubblica 20 ottobre 2022), assumo l’informazione circa la testimonianza – si legge ancora nell’interrogazione – di un altro detenuto che avrebbe sentito dire dal Sig. Harfachi le parole ‘mi hanno picchiato’; la famiglia del Sig. Harfachi ha sporto denuncia presso la Procura della Repubblica affinché venga fatta chiarezza circa le circostanze che hanno portato alla sua morte”.

L’AUTOPSIA. A sugello, infine, dell’interrogazione parlamentare, Ilaria Cucchi aggiunge le seguenti considerazioni: “la famiglia dichiara che condizioni di salute fossero ottimali” e “i familiari non sono informati di nessuna autopsia e che alla stessa famiglia è stato e viene tuttora negata (non si sa fino a quando) la possibilità di vedere la salma del proprio caro anche ai soli fini del riconoscimento, nonostante siano passati ben sei giorni dal rinvenimento del corpo nella cella del carcere”. A completamento della notizia, tuttavia, si apprende in queste ultime ore che l

di Redazione 


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