Quel fazzoletto legato al collo anche nel giorno dell’ultimo saluto. L’orgoglio, silenzioso e forte, di aver dedicato una vita agli ideali di Resistenza e libertà. Compostezza e senso di appartenenza alla propria storia sono i sentimenti che accompagnano chi ha conosciuto Paolo Rossetti. Si è spento all'età di 101 anni, era un partigiano iscritto all’Anpi. Le esequie si sono svolte stamane, 23 agosto, nella parrocchia del Sacro Cuore di Foggia, alla presenza dei figli, dei nipoti e degli amici di famiglia.
LA STORIA. Foggiano doc, si è arruolato nel 27° reggimento durante la Seconda Guerra Mondiale. Era stato in Grecia quando fu firmato l’armistizio e il 9 settembre fu catturato dai tedeschi. Ma la prigionia non durò molto, da lì la fuga e il ritorno in Grecia e poi la partenza verso l’Egitto dove su preso per mano inglese. Grazie agli Alleati tornò in Italia e nella sua Foggia nel 1946. Tornò lentamente alla vita normale e al suo lavoro di guardia giurata. Esperienze, ricordi, che rimarranno indelebili nella mente di chi ha conosciuto Rossetti ma di cui lui stesso non raccontava molto.
IL RICORDO. “Non era uno che parlava molto, probabilmente preferiva i fatti e viveva per i valori”, dicono i nipoti. Una di loro, Teresa Marcone, ha la voce rotta dall’emozione mentre ci racconta di lui. “Mio zio amava fare lunghe passeggiate e stare con gli amici, era una persona che viveva in modo semplice. Era un super tifoso del Foggia e amava giocare a carte. Penso che la nostra città debba sapere di queste testimonianze, mai come in questo periodo ne ha veramente bisogno. L’immagine che mi riempie il cuore è quel fazzoletto che con orgoglio terrà al collo per sempre”. Ci lascia mentre iniziano le esequie con l’emozione negli occhi e quello zio che rimarrà sempre nel suo cuore. Assieme a quel fazzoletto legato al collo.