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Il Consiglio Comunale approvi una mozione per il cessate il fuoco a Gaza, la proposta del Coordinamento per la Pace

Il 14 novembre 2023, dopo l'incontro con sindacalista palestinese Azmi Jarjawi e l'esponente del Laboratorio Ebraico Antirazzista Daniel Damascelli il Coordinamento provinciale "Capitanata per la Pace" lanciò la proposta di chiedere al nuovo Consiglio Comunale di Foggia l’approvazione di una mozione con cui invocare l'immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.

LA MOZIONE. A metà gennaio i pacifisti foggiani hanno trasmesso alla Sindaca Episcopo e poi presentato all'Assessore De Santis un’articolata proposta di mozione (SCARICA IL TESTO) ispirata al testo originario presentato ed in parte approvato dal Consiglio Comunale di Lucera e sulla scia della vicina Bitonto, di grandi città come Napoli e Barcellona e dell’Assemblea Generale dell'ONU.

LE RICHIESTE. Nella mozione – condannando gli attacchi criminali compiuti lo scorso 7 ottobre da Hamas – si chiede il cessate il fuoco permanente a Gaza (ad oggi oltre 27 mila morti, di cui 12 mila bambini/e), l’interruzione delle violenze dei coloni ultrasionisti in Cisgiordania (oltre 300 morti), il rilascio di migliaia di detenuti politici ed amministrativi (illegalmente imprigionati senza capi d’accusa) nelle carceri israeliane e dei 136 israeliani prigionieri a Gaza, la fine del regime di apartheid ai danni del popolo palestinese, la condanna allo stop del Governo italiano ai finanziamenti all'Agenzia ONU dei Rifugiati palestinesi (UNRWA).

L'APPELLO.Per questi motivi - scrivono dal Coordinamento per la Pace - a poco più di due mesi dalla XII Marcia per la Pace Emmaus-Amendola del prossimo 14 aprile, lanciamo un appello affinché, nel più breve tempo possibile, proprio il Consiglio Comunale di una città come Foggia, devastata dai bombardamenti e dalla carneficina di migliaia di civili, prenda la parola, approvi la mozione presentata, così sostenendo non solo la fine di questa terribile strage, ma anche l'eliminazione delle cause che l'hanno generata, tra cui l’occupazione delle terre definita illegale dalla stessa ONU, gli assassinii mirati (finanche negli ospedali), le violazioni delle norme internazionali, i crimini di guerra, la pulizia etnica e le umiliazioni contro il popolo palestinese da oltre 75 anni. Crediamo fermamente che la cooperazione decentrata e la diplomazia dei popoli e delle città possano integrare e migliorare l’azione dei governi e delle istituzioni internazionali, per provare a costruire dal basso le condizioni di una pace che non può più attendere”.

di Redazione 


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