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Un murales per raccontare il bello della legalità: l’esperienza degli studenti della “G. Bovio”

Il percorso svolto dall’aps Il Cerchio della Vita

“Abbiamo sperimentato il linguaggio delle emozioni con l’unico obiettivo di conoscere noi stessi per poi imparare a conoscere l'altro. Ma abbiamo ‘masticato’ anche il linguaggio della legalità, delle regole, chiedendoci che cosa si può produrre per la città, intervenendo attraverso il linguaggio della bellezza”.

LA PARTECIPAZIONE. È quanto ha sintetizzato Maria Cristina Piemontese, presidente de Il Cerchio della Vita e tra i responsabili del progetto “Impara l’arte”, giovedì 14 dicembre, intervenendo nell’aula magna della Scuola Secondaria di I Grado “G. Bovio” di Foggia, a completamento dell’esperienza progettuale. Una “restituzione” di quanto fatto nei mesi precedenti, davanti ai tanti studenti che hanno preso parte ai percorsi realizzati dall’aps, in collaborazione con Possibili Scenari e con l’associazione I Semi (bando “Bellezza e legalità per una Puglia libera dalle mafie” della Regione Puglia). Oltre ai ragazzi, i quali hanno preso la parola per dare la loro versione circa questa esperienza, presenti anche docenti e genitori, a conferma del successo dell’iniziativa in termini di coinvolgimento.

IL MURALES. Un progetto che ha trovato straordinaria traduzione nella realizzazione di un pannello murale che sarà apposto sulla facciata della scuola, svelato in anteprima durante la serata e curato dagli esperti in decorazione pittorica Raffaele Gelo e Vito De Filippis. “Il difficile è stato partire dal brutto per arrivare al bello – ha spiegato proprio De Filippis in merito alla creazione artistica del murales – e trovare così l’immagine giusta. Ci siamo ispirati a Keith Haring, a una sua opera degli anni ‘80 che si chiama ‘Senza titolo’. Abbiamo osservato l’immagine – ha continuato l’esperto – e dato un significato a quel bersaglio rosso posizionato al centro che, in realtà, può essere qualsiasi cosa. Le braccia poi, sono fatte di ritagli di articoli di cronaca nera, non a caso, perché i ragazzi hanno colto il messaggio di questo lavoro, orientato verso la legalità”.

IL CORTOMETRAGGIO. Ad arricchire l’esperienza, anche un cortometraggio realizzato dal regista Roberto Moretto, coinvolto in qualità di esterno. Proiettato durante la serata di giovedì, il breve video ha posto l’accento sulle scelte che ognuno è chiamato a fare durante la propria vita, a cominciare da quando si è molto giovani, proprio come evidenziato dagli alunni-attori del cortometraggio. A ribadire questo concetto poi, ci ha pensato Antonio Colasanto, autore del libro “Favugne” ed esperto di linguaggi mafiosi, in particolar modo di quelli di Capitanata, raccontando anche un episodio della sua vita: “il mio libro fa riferimento a un caso di cronaca che si è intrecciato con un evento personale, l’omicidio di Di Candia. Il mio messaggio ai ragazzi è quello di non farsi rubare i propri sogni: la rivoluzione delle idee può partire solo da qui e il mio libro ‘straccione’, come mi piace chiamarlo, lo dimostra”.

I TRE LABORATORI SVOLTI. Il percorso affrontato dai ragazzi – sottolineato anche dalla docente Cinzia Corvino, responsabile di progetto per l’istituto foggiano – è durato quasi un anno ed è stato incentrato su tre tipologie laboratoriali: “Tu chiamale se vuoi… Emozioni”, volto a sviluppare competenze sociali ed empatiche per interagire correttamente con l’altro da sé, realizzato da lIlaria Colecchia, Valentina Lavilla e Maria Antonietta Cannizzaro; “LEgALI per volare”, orientato sui comportamenti responsabili, a cura di Annarita Gentile e bruno Colavita; “Talenti da sFOGGIAre”, quello più creativo che si è avvalso del contributo di videomaker, laboratoristi, grafici, autori e altre figure specializzate. A chiudere la serata di giovedì, infine, i contributi della dirigente Milena Mancini e del responsabile di progetto Antonio De Sabato.

di Redazione 


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