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MACCHEMUSICA/ JUNIOR V, la giusta combinazione tra pop melodico e culto rastafariano

La rubrica curata da Simona Auciello e Alessandro Cavotta

Nuovo appuntamento con la rubrica di Foggia Città Aperta, “MACCHEMUSICA”, a cura di Simona Auciello e Alessandro Cavotta, per scoprire giovani talenti e conoscere artisti. 
 
L’ARTISTA. Vincenzo Stallone, in arte JUNIOR V, è tra i talenti più interessanti dell'attuale scena "conscious reggae" e “black music” italiana e non solo. Chitarrista e bassista sin dalla tenera età di 9 anni, Junior V cresce musicalmente e si affaccia al mondo del reggae grazie ad alcuni artisti di fama mondiale tra cui: Clinton Fearon (ex Gladiators) o i Wailing Souls, così come Sizzla Kalonji e Luciano. Il suo stile particolare ha permesso di coniare un genere che va dal Roots Reggae al Dub a varie sfumature Black: Blues, Jazz, Folk etc. In soli due anni di attività Junior V ha collaborato con artisti tra cui: Micheal Fabulous, Colah Colah e Mark Wonder, stella del reggae giamaicano. A Maggio 2016 esce il suo primo album dal titolo Running on Jah Way. My Shelter è il nome dell’ultimo album prodotto dall’etichetta dei Boomdabash (SoulMatical) uscito nel marzo 2018.
 
L’INTERVISTA. Il significato letterale del tuo album My shelter è il mio rifugio, a cosa ti riferisci?  
L’album rappresenta il mio percorso di crescita in undici brani. Per capire la storia del disco, bisogna ascoltarlo al contrario, cioè da Climbing Home che è l’ultima traccia, alla prima. La copertina, è una chitarra in cima alla casetta sull’albero, il perimetro della chitarra rappresenta il percorso che ho cominciato. Ci sono dei brani fino a Nessun Sentimento (traccia 8) che rappresentano il corpo della chitarra e il perimetro, subito dopo quel brano, il dubbio è salire in cima allo Sherlter (rifugio) cioè la casetta sull’albero, oppure continuare sul perimetro della chitarra che però sarebbe un circuito chiuso. Una volta saliti, ci sono una serie di brani che si collegano tra loro e che rappresentano un periodo di vita vissuto e il tema principale del disco cioè il cambiamento. Fino ad arrivare in cima al rifugio sorretto dalle mie radici. Il cambiamento di cui parlo è sia dal punto di vista musicale perché il mio
primo disco è prettamente reggae, mentre questo nuovo album va dal folk americano al blues al pop, lasciando sempre un’impronta reggae. 
Hai partecipato al Festival della musica italiana con il brano Il temporale, raccontaci la tua esperienza sanremese

Il primo singolo del nuovo album Il temporale, è passato quest’anno tra i primi 60 brani a Sanremo Giovani. E’ stata un’esperienza fantastica e sicuramente un momento di crescita. Sono stato a Cinecittà, ho cantato questo brano davanti a Claudio Baglioni e altra giudici molto importante, un’esperienza indescrivibile che mi ha permesso di crescere molto sia dal punto di vista personale sia artistico, ho potuto notare la vera differenza tra il fare musica live e proporre la stessa su quel palco.  
I rasta che porti, stridono un po’ con le melodie pop dell’ultimo album. Quale genere musicale ti rappresenta di più e come ha reagito il pubblico fedele al reggae dopo il cambio di stile
.
Sono sempre stato nel mondo reggae, ho aperto i concerti dei figli di Bob Marley, e di molti artisti della reggae music, questa scelta è stata anche per tornare un po’ alle mie radici che erano comunque altro oltre al reggae e al folk americano. Volevo per un attimo diversificare le mie composizioni e avvicinarmi a suoni un po’ più moderni. Ho sempre cantato nelle dancehall reggae da quando avevo 15 anni. Ho girato quasi tutte le yard, ora questo disco è diverso, abbiamo deciso di portarlo in duo in acustico solo voce chitarra e piano per vivere l’atmosfera quella intima che si crea nei locali piccoli, nei club, la gente nei club ti ascolta questa cosa mi piace molto. 
Cosa c’è in programma nella vostra agenda? 
Stiamo facendo date di presentazione del disco: saremo vicino Foggia, il 6 aprile, al Provo cult club San Giovanni Rotondo. Poi faremo ad aprile il tour in duo in acustico con il tastierista Luca de Leonardis, e tra maggio e il resto dell’estate saremo in tour con la band per i vari festival in giro per l’Italia.

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di Redazione 


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