"Siamo i provocatori di sempre, solo più maturi": intervista a Luca Romagnoli del Management
Il Management è un gruppo hard-pop italiano guidato da Luca Romagnoli (voce e autore) e Marco Di Nardo (chitarra e compositore). Hanno all’attivo 4 album; dal sorprendente esordio del 2012 con ‘Auff!!’, vera e propria icona del movimento indie ai successivi ‘McMAO’ (2014), ‘I Love You’ (2015) e ‘Un Incubo Stupendo’ (2017), questi ultimi due prodotti dalla storica etichetta dei Tre Allegri Ragazzi Morti, La Tempesta Dischi. Miglior Band Live per il M.E.I. nel 2013, ha al proprio attivo centinaia di concerti: dal Popkomm di Berlino allo Sziget Festival di Budapest, dal Concerto del Primo Maggio di Roma nel 2013 a quello di Taranto del 2015 e alle centinaia di palchi calpestati tra i migliori live club, auditorium e festival italiani. Nel luglio 2018 la band firma per Universal Music Italia ed esce con il singolo ‘Kate Moss’. A giugno 2019 è la volta di ‘Saturno fa l’Hula Hoop’. Il cui video in animazione diretto e disegnato dal regista Ivan D’Antonio è presente tra le nomination del Best Music Video al TMFF e al Bit Bang Fest in Argentina. Esce il 13 novembre 2019 il quinto album dei già noti come Management del Dolore Post-Operatorio. Nuovo corso del Management, infatti, abbandonate le schizofrenie incidentate e post operatorie, si presenta con un disco elettro-cantautorale.del Management, intitolato ‘Sumo’, anticipato dal video e singolo “Come la luna”.
L'INTERVISTA.Dove nasce il vostro ultimo album Sumo. E come mai questa scelta graficamente nipponica? Questo disco ci ha portato a Napoli. Siamo entrati nell'Auditorium Novecento (ex Phonotype), uno studio storico nel centro di Napoli che negli anni ‘60 cercava di essere tecnologicamente al passo con Abbey Road. Tra quelle mura non solo è passato il meglio della musica e della storia Napoletana, ma persone a tutti gli effetti mitologiche. Totò ha scritto il testo di “Malafemmena” seduto in un angolo della sala di registrazione. Murolo ha registrato in quello studio la leggendaria “Luna Rossa”.Questo ci ha portato a scegliere una luna rossa come copertina di "SUMO", che su sfondo bianco richiama la bandiera del Giappone. Stavamo calpestando la storia, toccando gli stessi strumenti che avevano toccato loro. Questo disco è pieno di quell'amore, di quella magia e di quella malinconia. È pieno di riferimenti a quel tipo di scrittura e di visione delle emozioni. Abbiamo cercato di respirare e riprodurre il senso di quella storia, attualizzandola. Dov’è finita l’edonismo, l’estetica del giullare, la provocazione e la goliardia che vi ha sempre contraddistinti e che cerca chi vi segue dagli esordi? La questione del godimento la facciamo di nascosto per fatti nostri, visto che oggi tutti mostrano tutto. Sarà forse con l’avvento spietato di questi social, 8 anni fa quando noi abbiamo cominciato, non era così. Siamo annoiati da questa comune e contemporanea voglia di mostrare tutti gli aspetti goliardici dell’esagerazione: dal cibo, alla nudità, al bere anche il drogarsi, ormai tutti mostrano tutto attraverso foto, video, stories. Noi diciamo che nel nostro modo di essere esagerati, andavamo a provocare e a combattere una certa forma di bigottismo, una certa forma di non vita. Adesso invece avviene il contrario, nei social la non vita si spaccia per vita, tutti sembrano avere una vita meravigliosa e io dubito che abbiano questa meravigliosa felicità h24. Nessuno mostra le proprie debolezze, e allora noi essendo passati un po’ di anni, essendo il nostro quinto disco, la nostra piccola provocazione, questa volta più matura e elegante, l’abbiamo voluta spingere sulle debolezze, ci siamo voluti concentrare sulla parte più debole che avevamo, su tutto quello che di solito i giovani nascondono facendo finta di essere immortali. Sono finiti i tempi in cui Luca Romagnoli alzava le mani impugnando un preservativo come fosse un’ostia (come sul palco del Primo Maggio a Roma). Dopo quella vicenda, alcuni big si sono espressi in maniera molto positiva nei vostri confronti, tra tutti Elio e le storie tese, Piero Pelù, Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti. C’è chi è partito dallo scalpore e dalla provocazione come voi per poi ridimensionarsi, c’è chi invece ha fatto l’esatto opposto, un esempio recentissimo Achille Lauro. Qual è la vostra opinione a riguardo? La cosa che ci tengo a dire è che quando un gesto è forte ed è seguito da un contenuto molto importante, le reazioni sono molto diverse da quelle che abbiamo potuto vedere per esempio a San Remo. Io dopo quell’episodio del Primo Maggio, ho ricevuto quattro denunce dal Papa, dal Vaticano, dall’Associazione degli Avvocati, ho avuto dei problemi per quello che ho fatto. Quando una cosa è accettata da tutti, evidentemente non è stata una provocazione, non come la intendiamo noi, provocare per stimolare, per arrivare ad un ragionamento, noi non abbiamo mai voluto solo ed esclusivamente fare gli idioti, c’era sempre del forte contenuto. Non siamo stati attaccati da persone a caso, siamo stati attaccati da un ambiente molto colto vicino al Vaticano perché avevamo stuzzicato una discussione molto importante. E non c’entrava niente la moda, non c’entrava niente l’estetica nel senso di vestiti, non c’entrava niente il Fashion Manager, non c’entrava niente una storia su Instagram, era una questione molto politica. Quindi io reputo le due cose tanto diverse con uno spessore e un’importanza diverse. Attualmente ho come l’impressione di vedere delle scatole senza il contenuto, dove poi la gente non ha nemmeno la curiosità di aprire per vedere cosa c’è dentro, e scoprire che dentro non c’è niente, non abbiamo il coraggio di aprirle, non abbiamo voglia di aprirle, c’è pigrizia, c’è molta ignoranza ci accontentiamo di quello che oggi ci propinano. La parola magica di oggi non è la lotta, il contenuto, l’ideologia, è il marketing, la pubblicità vince su tutto. “Un’ artista che non coltiva la propria megalomania, sul palco che ci sale a fare?”, ho colto questa tua frase da una vecchia intervista, mi ha molto colpito. Come si commenta una frase così? Nelle interviste io dico solo sciocchezze (ride). Megalomania intesa anche come voglia di tendere sempre ad ingigantire una cosa, come con la lente di ingrandimento, a seconda della tematica trattata. Per esempio l’ultimo disco, è molto intimista, c’è molto dolore, c’è molta nostalgia, abbandono, e tutti questi sentimenti sono moltiplicati per dieci. Per scriverlo ho sofferto tantissimo, e nei live soffro tantissimo a cantarle e a raccontarle alla gente, perché ho approfondito così tanto i dolori di cui volevo parlare, che mi fanno male il doppio. Dovevo stare attento, e invece la megalomania dell’artista me le ha fatte osservare con un'attenzione così profonda, al punto che sono uscito quasi di testa. C’è chi vi definisce I veri e unici figli dell’ indie, dove vi collocate? Anche facendo arrabbiare i nostri stessi fan, che sono la nostra linfa vitale, abbiamo sempre dimostrato di volere a tutti i costi la libertà di cambiare, di fare quello che ci pare, che poi in un modo o nell’altro siamo sempre rimasti indipendenti e ci siamo autoprodotti. Noi siamo così, indipendenti e provinciali, siamo cafoni, siamo dei lupi abruzzesi, proviamo a dialogare col branco e a volte anche con difficoltà, siamo indie nel vecchio senso del termine, farsi le proprie cose da soli, ma più che indie anche un po’ alternativi siamo l’alternativa a tutto questo momento storico, ecco.
IL VIDEO.Siete riusciti a comporre un brano che è diventato manifesto contro la violenza, nel video è chiaro il riferimento alla violenza ma ci siete riusciti senza far trasparire alcuna violenza. Come è avvenuta la sua creazione? Mi hai dato uno spunto bellissimo che userò nelle prossime interviste, la violenza senza la violenza. Appena ci siamo resi conto che questa canzone parlava di una tematica così importante, l’abbiamo approfondita, cercando di trattarla con delicatezza senza usare quella violenza tipica del talk show, quando si tende sempre ad alzare la voce, in questa lotta di tutti contro tutti per arrivare da nessuna parte. Abbiamo deciso di sussurrarlo per dargli quella maggiore importanza, poeticità, per ascoltare il pezzo ci si deve avvicinare nel buio, in silenzio, nell’intimo. Il video, è stato fatto da Duilio Scalici (il frontman della band I Giocattoli), l’idea è nata da questo confronto, la nostra richiesta è stata quella di non inserire nel video il solito cliché indie modaiolo: la ragazzetta con i tatuaggi, la sigaretta, la cameretta, il mascara sbavato. Solo delicatezza assoluta e il lavoro è così ben riuscito che abbiamo constatato che non era nemmeno necessario inserire un volto. Il corpo può essere di chiunque, senza nessuna particolarità, senza volgarità, come quello di un’opera d’arte. È difficile trasformare un urlo rinchiuso in un magone, in una canzone. Voi ci siete riusciti attraverso il brano Sto impazzendo. In quella canzone c’è tanta paura della morte, di una morte che è stata affrontata e vissuta e c’è anche una paura di riviverla, di rivivere lo stesso dramma, lo stesso terrore, la voglia di gridare e al tempo stesso rendersi conto che è una battaglia contro la follia della natura e il nonsenso della vita. Anche se non traspare dal testo, è come se il mondo stesse gridando che sta impazzendo per la paura. Stiamo distruggendo la vita e la felicità, e anche davanti alla morte e alla tristezza del mondo, c’è chi resta cattivo e crudele, ma voi siete pazzi! Sessossesso decima traccia del vostro album, è la risposta alla canzone collettiva realizzata insieme ai fan sui social, vi aspettavate questo risultato? Abbiamo deciso di fare questo gioco, piuttosto che pubblicare la foto di una pizza o di un aperitivo, ci sembrava l’unico gioco divertente che avesse un senso. Tra sondaggi e votazioni, alla fine democraticamente è uscita la tematica del sesso. La realtà è che sono uscite anche altre tematiche molto importanti, ma dato che sui social sono tutti leoni, avevamo paura che la stupidità di alcune persone potesse prendere il sopravvento, quindi abbiamo deciso di non lasciare spazio a questa gente e di scegliere come primo esperimento una tematica che poteva mettere d’accordo tutto, il Sesso. A proposito di questo un sacco di persone ci hanno scritto anche molte cose private, intime, è stata una specie di psicanalisi collettiva. E’ cominciato da poco il tour, com’è stato risalire sul palco in una veste post operatoria? Dopo una lunga pausa, i primi concerti sono stati molto emozionanti. Sono contento che nonostante l’ultimo disco sia molto diverso dai precedenti, si riconosce che ci siamo spogliati, siamo nud. Sumo è un disco che è piaciuto sia ai fan vecchi che ai nuovi. Nel live ci sono vecchi brani, la scaletta attraversa tutte le fasi della nostra discografia per raccontare le vecchie storie a chi non ci conosceva ma con una nuova consapevolezza. con più pulizia serietà e precisione. Adesso ci sentiamo responsabili di quello che abbiamo detto e scritto e lo vogliamo dire bene, senza incomprensioni. Lo scopo è sottolineare alcuni contenuti per evitare di portare la scatola che (come abbiamo detto prima) a volte è vuota. Noi vogliamo portare il regalo, senza scatola, senza fiocco e senza plastica, così facciamo anche bene all’umanità. (Simona Auciello)
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