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Caso San Marco in Lamis, Napoleone Cera: ”L'unica mia colpa è di essere andato ad adorare la santa patrona”

Il consigliere regionale era presente alla funzione religiosa in piazza

“Non ho violato nessuna legge in quanto sono stato invitato istituzionalmente da parte degli organizzatori e ho rispettato le distanze di sicurezza. L’unica colpa che ho è quella di essere andato ad adorare la Santa Patrona della mia Città!”.

NESSUN PENTIMENTO. Napoleone Cera non è pentito della sua presenza ieri sera, in occasione del venerdì santo, alla funzione religiosa dello Stabat Mater a San Marco in Lamis, sul sagrato della chiesa Madonna Addolorata. Se il parroco don Matteo Ferro, intervistato dal tg1, si è mostrato affranto e il sindaco Michele Merla, pur minimizzando quanto è avvenuto, ha ammesso “errori di sottovalutazione” il consigliere regionale, espressione della maggioranza di Michele Emiliano, la pensa diversamente.

LE DICHIARAZIONI. Incalzato, sul suo profilo Facebook , da concittadini indignati, Cera non fa una piega e risponde piccato: “Non ho violato nessuna legge e rispettavo tutte le norme di sicurezza” scrive sicuro, dimenticando evidentemente tutte le disposizioni anticontagio che prevedono, in questo periodo, divieti di spostamento e assembramento. “L'unica colpa che ho – aggiunge - è quella di essere andato ad adorare la Santa Patrona della mia Città”.

L'INVITO ISTITUZIONALE. A chi gli fa notare l'inopportunità della sua presenza, Napoleone Cera replica: “Io sono un consigliere regionale e non ho nessun potere che riguardi l’ordine pubblico. Non sono io a doverlo fare rispettare. Ero in disparte per i fatti miei”. Ma le risposte del politico sammarchese aprono il varco a un'altra ricostruzione della vicenda. Per motivare la sua presenza, Cera, infatti, prosegue; ”Sono stato invitato istituzionalmente dagli organizzatori”. E, in effetti, il post pubblicato sin dal mattino prima è inequivocabile: “Oggi le Fracchie di San Marco in Lamis non passeranno. Ma stasera alle 20 in diretta sul mio profilo un momento di preghiera dal Santuario della Madonna Addolorata”. Insomma, un invito in piena regola ad assistere online alla funzione religiosa da cui si lascia intendere non solo che la presenza era già programmata e concordata con gli organizzatori ma che sia stata prevista sin dall'inizio. Tale evenienza, però, stona con quanto invece affermato a Foggia Città Aperta dal sindaco Michele Merla secondo cui “non doveva esserci nessuno e non c’era nessuno all’inizio, poi un po’ di gente si è radunata”. A conti fatti qualcuno, non solo lui, doveva già esserci.

di Michele Gramazio


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