Nell’anno del covid, Foggia è centesima: la classifica sulla Qualità della Vita del Sole24ore
Male criminalità, meglio la salute: i foggiani sarebbero i meno depressi
Centesima su centosette province italiane. Cinque posti in più rispetto al 2019. Ultima tra le pugliesi ma non ultima a livello nazionale, a discapito di quanto decretato solo pochi giorni fa da Università la Sapienza di Roma e ItaliaOggi in un’indagine che, per parametri e scientificità, sembra avere qualcosa in meno rispetto al canonico confronto del Sole 24Ore.
PARAMETRO COVID. Su tutto e tutti, oltre al numero complessivo di indicatori (ben 90, lo scorso anno erano 42), c’è il cosiddetto parametro sui “casi covid-19”: l’incidenza che la pandemia ha avuto in termini di peso specifico nella qualità della vita degli italiani, tanto direttamente quanto indirettamente. Un indicatore misurato sui mille abitanti che – fanno sapere dal foglio economico – ha pesato il doppio rispetto a quelli applicati per gli altri marco-settori e che ha riguardato ben 25 dei 90 indicatori complessivi: un’incidenza più che mai determinante, a conti fatti.
L’INCIDENZA DEL VIRUS. Quanto alla provincia dauna, ad esempio, andando nello specifico di alcuni dei parametri inclusi nell’indagine “covid-19”, in relazione ai casi di positività conteggiati ogni mille residenti si riscontra un non drammatico 45esimo posto. Stessa posizione rispetto al numero di infermieri ogni 100 abitanti, mentre il rapporto tra medici professionisti attivi ogni 1000 cittadini pone Foggia e provincia al 42esimo posto (meglio ancora il posizionamento dei pediatri). Un modo di “sistemare” i numeri che ha tenuto conto della diffusione del virus, ovviamente, ma anche di quanto e come il tessuto sanitario, sociale ed economico è riuscito a farvi fronte. O, quanto meno, a resistervi.
IN PUGLIA, SOLO LA CAPITANATA SALE. Stando all’analisi del Sole poi, sono le aree italiane più turistiche ad aver subito una maggiore contrazione in termini di qualità della vita: Milano, Venezia, Napoli e altre città d’arte hanno perso decine di posizioni, ma anche le città di turismo balneare o, più precisamente, stagionale, ne hanno risentito. L’aumento in graduatoria generale della provincia di Foggia, rispetto alla posizione n. 105 del 2019, è forse una diretta conseguenza di ciò. La Capitanata, infatti, è la sola, tra le province pugliesi, ad aver guadagnato qualche punto rispetto alle altre, tutte in perdenza.
ESTORSIONI, RICICLAGGIO E… DIPLOMATI. Restando nei macro-settori di riferimento poi, al di là dell’avanzamento di grado, la Capitanata continua a fare fatica negli ambiti “Ricchezza e consumi” (93°), “Affari e lavoro” (102°), “Ambiente e servizi” (90°) e “Giustizia e sicurezza” (103°). In quest’ultimo settore poi, si conferma una delle zone d’Italia maggiormente interessate dalla criminalità con numeri che, pur nella loro genericità, restituiscono un quadro sempre più difficile: 105esima su 107 per il numero delle estorsioni, penultima nel riciclaggio e altrettanto in basso anche negli altri indici criminogeni. Numeri pesanti ai quali va aggiunto anche un altro parametro che, sociologicamente, non può non essere messo in stretto collegamento con quello della criminalità: Foggia risulta 103esima per diplomi di maturità conseguiti.
USO ANTIDEPRESSIVI: FOGGIA IN TESTA. Meglio, invece, i parametri “Demografia e salute” e “Cultura e tempo libero”. Se in quest’ultimo ambito la Capitanata si è sempre difesa con dignità (è 83esima), a dare segni importanti di positività è il primo dei due settori citati: qui, infatti, Foggia è decima, davanti nientemeno che a città come Trento e Pordenone (già, la tanto acclarata Pordenone!). Un parametro, questo, tra i più interessanti il quale, oltre a tenere conto più degli altri della situazione pandemica, analizza anche criteri come la densità abitativa, l’indice di vecchiaia, il consumo di farmaci e persino l’uso di antidepressivi. E qui, udite udite, Foggia è addirittura prima in classifica.
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