Arriva Net Work, il tour contro discriminazioni e razzismo: un camper a Piazza Giordano
Venerdì 27 ottobre.Da Ubik, il libro “Ruspe o biberon”
Fa tappa anche a Foggia il Net.Work Tour, la campagna di sensibilizzazione itinerante a bordo del camper dell'antidiscriminazione che attraversa 15 piazze italiane, per parlare di lavoro, pari opportunità, antirazzismo e antidiscriminazione.
UN CAMPER PER CAPIRE. Durante la giornata di venerdì 27 ottobre, dalle ore 10 alle 20, il camper sarà a Piazza U. Giordano, un punto di accoglienza ed ascolto, dove gli avvocati asgi (associazione studi giuridici sull'immigrazione) offriranno consulenza gratuita, mentre gli operatori del progetto NET.WORK distribuiranno gadget e materiale informativo per diffondere maggiore consapevolezza sull’argomento e coinvolgere il pubblico a parlare di antidiscriminazione. Attorno al camper sarà allestito il fotoreportage sul lavoro migrante, uno spazio di documentazione liberamente consultabile, e saranno esibite le illustrazioni grafiche realizzati dalle studentesse e dagli studenti dell’istituto Giannone/Masi di Candela (FG). Alle ore 11.30 poi, avrà luogo l'incontro con le scuole in piazza, le classi dell’Istituto Giannone/Masi di Candela (FG) incontreranno Antonello Mangano, per uno speech contro gli stereotipi e i luoghi comuni del razzismo. Inoltre, durante la giornata ci saranno esibizioni della Afrikan Family Music Band.
RUSPE O BIBERON, IL LIBRO ALLA UBIK. Alle ore 19 poi, nello spazio live della libreria Ubik di Foggia, avrà luogo l’incontro-dibattito con protagonista il libro di Antonello Mangano, dal titolo “Ruspe o biberon. Migranti: oltre i luoghi comuni dei buoni e dei cattivi” (Terrelibere.org). La presentazione alimenterà una conversazione a più voci per raccontare, da una parte, le storie di discriminazione e sfruttamento sul lavoro, e dall’altra le tante azioni di contrasto che, ogni giorno, vengono messe in atto da associazioni e professionisti impegnati a difendere i diritti civili ed umani.
FRASI FATTE CHE AVVELENANO IL CAMPO. Contro ogni retorica e luogo comune, il libro prova a sfatare alcune delle frasi fatte che, da una parte e dall’altra, in negativo quanto in positivo, si sentono ormai da anni in merito all’argomento “migrante” che, secondo l’autore, “è una figura creata dalla nostra immaginazione”. Si va dal famoso dal famoso “aiutiamoli a casa loro” all’altrettanto noto “prima gli italiani”, senza dimenticare altre espressioni che meriterebbero analisi più approfondite – “i fratelli migranti”, “clandestini”, “35 euro al giorno” e molte altre.
BUONI O CATTIVI?. E infine, ancora, una serie di domande che compongono in tutto e per tutto il libro: “Perché i somali si bruciano le dita, gli eritrei vogliono sfondare il confine italiano, gli egiziani mettono in crisi le multinazionali e tutti hanno il terrore di “Dublino”? Perché invochiamo la chiusura dei confini adesso che siamo noi a partire? È vero che c’è un’invasione in corso? Allora perché aiutiamo i dittatori africani?”. Le storie delle migrazioni sono articolate e affascinanti. Eppure, semplificazione e luoghi comuni frutto di razzismo avvelenano il campo. Lo scontro si riduce a cattivi contro buoni: la ruspa (“dobbiamo cacciarli”) contro il biberon (“dobbiamo assisterli”).
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