In fuga dalla guerra con in grembo la sua bimba, poi il lieto fine: a Casa Sollievo Oksana dà alla luce la piccola Nicol
Il lungo viaggio, poi il parto a San Giovanni Rotondo
È venuta alla luce nell'Unità di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale Casa Sollievo della Sofferenza la piccola Nicol che, in grembo alla sua mamma Oksana è fuggita dalla guerra in Ucraina ed è giunta in Italia dopo un lungo viaggio. E, così, la sua nascita diventa simbolo di speranza e di pace.
LA STORIA. Nicol è nata alle 13,45 di oggi – venerdì 18 marzo – con un parto cesareo d'urgenza effettuato presso l'ospedale di San Pio. Starà in osservazione in Terapia Intensiva Neonatale per qualche giorno, a scopo precauzionale ma i medici sono ottimisti. Mamma e figlia sono scappate dall'Ucraina subito dopo l’inizio della guerra. Assieme a loro, il piccolo Luca di 3 anni – fratellino maggiore di Nicol – e la nonna. Hanno viaggiato per decine di ore in auto prima di raggiungere la Polonia, poi sono giunti in Italia con un volo Varsavia-Roma. Ad accoglierli nella Capitale, c'erano gli amici di Biccari conosciuti da Andrey, il papà della piccola Nicol che però è rimasto in Ucraina vista la legge marziale che prescrive agli uomini dai 18 ai 60 anni di prestare servizio nell'esercito.
IL PONTE CON BICCARI. Andrey, da bambino, era stato ospite a Biccari assieme ad altri bambini ucraini che vivevano nei dintorni della centrale nucleare di Chernobyl. Quelle estati si sono trasformate in una bella amicizia con i ragazzi del paese. Oggi sono tutti adulti ma, nel tempo, hanno continuato ad alimentare questa loro amicizia a distanza, fino alla proposta di pochi giorni fa: "Venite a Biccari, lì c'è la guerra. Pensiamo a tutto noi". Oksana e Nicol con il piccolo Luca e la nonna saranno ospiti sui Monti Dauni al sicuro.
IL PAPA' CON L'ESERCITO. «Io Starò qui a Luc'k (città del nordovest dell'Ucraina ndr) con l’esercito tutto il tempo che serve” ha invece dichiarato il papà della piccola, Andrey. “Questa è la mia terra, questa è la mia gente. Grazie all’Italia, alla comunità di Biccari, agli amici Anna, Michele e Peppino. Grazie al loro invito la mia famiglia è al sicuro. Grazie anche all’Ospedale, ai medici, alle ostetriche, al personale di sala operatoria, grazie a tutti. Non smetterò mai di ringraziarli. Non vedo l’ora di vedere la piccola Nicol, e di riportarla qui, assieme a tutta la mia famiglia. Sarà possibile solo quando smetteranno di cadere le bombe e ci sarà la pace». Un auspicio a cui di cuore ci associamo.
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