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Niente cibo ai randagi di Panni, il Sindaco risponde all'Enpa: “Divieto senza sanzione”

Tuttavia, ordinanza alla mano, viene più di un dubbio

Pasquale Ciruolo, sindaco di Panni, risponde alle accuse dell'Enpa: “Un divieto può essere anche senza sanzione”
Tuttavia, ordinanza alla mano, viene più di un dubbio in merito
 
A dare l'allarme, è stata l'Enpa: Ente Nazionale della Protezione Animali (LEGGI). Entrata in possesso dell'ordinanza sindacale emanata lo scorso 11 luglio dal comune di Panni, ha subito dichiarato la propria disapprovazione, manifestando la volontà di “impugnare” il documento se il sindaco, Pasquale Ciruolo, non avesse apportato le dovute modifiche. Ciò che si contesta, è il divieto di sfamare i cani randagi della piccola cittadina dauna: nessun cittadino, in pratica, può dare cibo ai cani nelle aree pubbliche di Panni. Cuore della questione: la multa di 150 euro in caso di violazione. Ma la multa, secondo il sindaco di Panni, non c'è.
 
“Un divieto può essere anche senza sanzione”: interpellato sulla questione, il primo cittadino, Pasquale Ciruolo, ha tenuto a precisare che l'ordinanza o, meglio, la notizia dell'ordinanza, è stata strumentalizzata ad hoc. “Riguarda le deiezioni canine” ha specificato Ciruolo, e in effetti il titolo dell'ordinanza è piuttosto chiaro (ALLEGATA ALL'ARTICOLO): “Misure sanzionatorie per le deiezioni canine in luoghi di pubblico transito”. Tuttavia, dopo le varie premesse e l'ordine, incontestabile, di raccogliere gli escrementi e di essere sempre forniti del kit adeguato in caso di accompagnamento di un cane nelle zone pubbliche (previsto dalla legge), c'è un ulteriore divieto che il lettore acclude automaticamente alle sanzioni poi specificate nelle avvertenze. Cosa che, quest'ultima, ha sollevato l'interesse degli animalisti, con la conseguente nota nazionale lanciata nelle scorse ore dall'Enpa. 
 
“È vietato alimentare cani vaganti nelle aree pubbliche o aperte al pubblico, o depositare per strada resti di cibo a terra, per evitare problemi di natura igienico-sanitaria”. Preso così, il divieto c'è e non lascia adito a dubbi: qualsiasi cittadino di Panni si guarderà bene dal dare cibo ad un cane. Inoltre, a leggere il punto successivo (dove si dice “AVVERTE”), riguardante nello specifico le sanzioni per chi contravviene ai punti dell'ordinanza, il timore di incorrere in una multa è forte: “- Ai trasgressori della presente ordinanza, fatte salve, in ogni caso, le eventuali responsabilità, sarà erogata una sanzione amministrativa di euro 150,00”. C'è quell'espressione, “in ogni caso”, effettivamente piuttosto chiara. “Quel trafiletto – fa sapere il sindaco in merito – è stato ripreso dalla precedente ordinanza del 2008, dove veniva comunicata la stessa cosa, per giunta riguardante esclusivamente alcune zone precise del paese, dove si venivano a creare addensamenti di 10-15 cani randagi provenienti dalle campagne vicine, ben diversi dai cani randagi che si vedono in città. Le sanzioni invece – sottolinea Ciruolo, prendendo ad esempio quanto scritto nel secondo punto dell'avvertenza, riguardante nello specifico chi viene sorpreso senza il kit idoneo per la rimozione delle deiezioni – riguardano solo coloro i quali non si occupano del proprio cane nel modo adeguato”.
 
Il dubbio resta, e forse un'integrazione o una modifica, in merito al quel divieto, l'ordinanza la vorrebbe. Presa così infatti, resta quanto meno equivoca. A domanda in merito, il sindaco di Panni ha così risposto: “Io penso all'interesse del mio paese e i cittadini stessi sanno benne quello che voglio e che devo fare con questa ordinanza, non credo sia necessaria una modifica. Per gli animali ho sempre fatto il mio dovere, di recente provvedendo anche al censimento dei cani delle campagne vicine, voluto dalla Prefettura, ad esempio. Poi, l'Enpa può fare quello che vuole, resta il fatto che un divieto, come detto, può essere anche senza sanzione”. Si appella dunque alla consuetudine, il Primo Cittadino, provando sul finale a smorzare definitivamente i toni: “L'ordinanza è tutta in buona fede, la multa è giusto un monito: lo sa quante ne abbiamo fatte, di multe, a livello generale, in questo 2013? Zero”.
A dare l'allarme, è stata l'Enpa: Ente Nazionale della Protezione Animali (LEGGI). Entrata in possesso dell'ordinanza sindacale emanata nei giorni scorsi dal comune di Panni, ha subito dichiarato la propria disapprovazione, manifestando la volontà di “impugnare” il documento se il sindaco, Pasquale Ciruolo, non avesse apportato le dovute modifiche. Ciò che si contesta, è il divieto di sfamare i cani randagi della piccola cittadina dauna: nessun cittadino, in pratica, può dare cibo ai cani nelle aree pubbliche di Panni. Cuore della questione: la multa di 150 euro in caso di violazione. Ma la multa, secondo il sindaco di Panni, non c'è.
NOTIZIA STRUMENTALIZZATA. “Un divieto può essere anche senza sanzione”: interpellato sulla questione, il primo cittadino, Pasquale Ciruolo, ha tenuto a precisare che l'ordinanza o, meglio, la notizia dell'ordinanza, è stata strumentalizzata ad hoc. “Riguarda le deiezioni canine” ha specificato Ciruolo, e in effetti il titolo dell'ordinanza è piuttosto chiaro (ALLEGATA ALL'ARTICOLO): “Misure sanzionatorie per le deiezioni canine in luoghi di pubblico transito”. Tuttavia, dopo le varie premesse e l'ordine, incontestabile, di raccogliere gli escrementi e di essere sempre forniti del kit adeguato in caso di accompagnamento di un cane nelle zone pubbliche (previsto dalla legge), c'è un ulteriore divieto che il lettore acclude automaticamente alle sanzioni poi specificate nelle avvertenze. Cosa che, quest'ultima, ha sollevato l'interesse degli animalisti, con la conseguente nota nazionale lanciata nelle scorse ore dall'Enpa. 
IL DIVIETO PERO' C'E' (E FORSE ANCHE LA MULTA). “È vietato alimentare cani vaganti nelle aree pubbliche o aperte al pubblico, o depositare per strada resti di cibo a terra, per evitare problemi di natura igienico-sanitaria”. Preso così, il divieto c'è e non lascia adito a dubbi: qualsiasi cittadino di Panni si guarderà bene dal dare cibo ad un cane. Inoltre, a leggere il punto successivo (dove si dice “AVVERTE”), riguardante nello specifico le sanzioni per chi contravviene ai punti dell'ordinanza, il timore di incorrere in una multa è forte: “- Ai trasgressori della presente ordinanza, fatte salve, in ogni caso, le eventuali responsabilità, sarà erogata una sanzione amministrativa di euro 150,00”. C'è quell'espressione, “in ogni caso”, effettivamente piuttosto chiara. “Quel trafiletto – fa sapere il sindaco in merito – è stato ripreso dalla precedente ordinanza del 2008, dove veniva comunicata la stessa cosa, per giunta riguardante esclusivamente alcune zone precise del paese, dove si venivano a creare addensamenti di 10-15 cani randagi provenienti dalle campagne vicine, ben diversi dai cani randagi che si vedono in città. Le sanzioni invece – sottolinea Ciruolo, prendendo ad esempio quanto scritto nel secondo punto dell'avvertenza, riguardante nello specifico chi viene sorpreso senza il kit idoneo per la rimozione delle deiezioni – riguardano solo coloro i quali non si occupano del proprio cane nel modo adeguato”.
"L'ENPA PUO' FARE QUELLO CHE VUOLE". Il dubbio resta, e forse un'integrazione o una modifica, in merito al quel divieto, l'ordinanza la vorrebbe. Presa così infatti, resta quanto meno equivoca. A domanda in merito, il sindaco di Panni ha così risposto: “Io penso all'interesse del mio paese e i cittadini stessi sanno benne quello che voglio e che devo fare con questa ordinanza, non credo sia necessaria una modifica. Per gli animali ho sempre fatto il mio dovere, di recente provvedendo anche al censimento dei cani delle campagne vicine, voluto dalla Prefettura, ad esempio. Poi, l'Enpa può fare quello che vuole, resta il fatto che un divieto, come detto, può essere anche senza sanzione”. Si appella dunque alla consuetudine, il Primo Cittadino, provando sul finale a smorzare definitivamente i toni: “L'ordinanza è tutta in buona fede, la multa è giusto un monito: lo sa quante ne abbiamo fatte, di multe, a livello generale, in questo 2013? Zero”.

di Redazione 


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