Stampa questa pagina

Omicidio Belfiore, fermato camionista 36enne

L'uomo si è presentato in caserma per chiarire la sua posizione

“Un delitto d’impeto”, frutto di un “raptus omicida”. Con queste parole, il procuratore capo di Lucera, Domenico Seccia, ha definito l’agguato dello scorso martedì, in contrada Centrogallo, nelle campagne tra Lucera e Troia durante il quale un uomo è morto ed un altro è rimasto gravemente ferito. Per il fatto è stato dichiarato in stato di fermo Nicola Capra, autotrasportatore lucerino di 36 anni. L’uomo dovrà rispondere dell’omicidio del 49enne Aldo Belfiore, del tentato omicidio di Antonio Palmadessa, di due anni più giovane, e di porto abusivo di arma da fuoco.
Vendetta “a caldo”. Alla base di tutto, futili motivi: pare, infatti, che Capra avesse insultato o infastidito la figlia di Palmadessa. Quest’ultimo ha reagito malmenando, all’interno di un bar del paese, il camionista: nella rissa, tra pugni e schiaffoni, ad avere la peggio è stato proprio Capra. Tutta la scena è stata ripresa dalle videocamere del sistema di videosorveglianza dell’esercizio commerciale. La vicenda si è consumata in poche decine di minuti: prima il litigio nel bar, poi la rivalsa, nell’azienda agricola di Palmadessa dove il camionista si è presentato esplodendo 5 o 6 colpi di arma da fuoco (un fucile, a giudicare dall’esplosione a “rosata stretta”): tre colpi hanno centrato Palmadessa, ferendolo; gli altri hanno colpito, uccidendolo, Aldo Belfiore, muratore 49enne che, in quel momento si trovava con Palmadessa.
Le indagini. Dopo poche ore, lo stesso Capra si è presentato nella caserma di via San Domenico, nel centro federiciano, per chiarire la sua posizione rispetto alla vicenda in compagnia del suo avvocato. Ma prima ha ritenuto opportuno cambiarsi di abito e, interrogato dal sostituto procuratore Alessio Maragelli, ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Al momento non è stata ancora ritrovata l’arma del delitto e, nelle prossime ore, verranno effettuati esami stub e perizie balistiche. Si tratta del dodicesimo caso di omicidio risolto, sui tredici di competenza della Procura di Lucera. “Un segnale importante, per rispondere con i fatti a quanti sostengono che si possa fare a meno del Tribunale di Lucera”, sottolinea in chiusura il procuratore Seccia (in foto con Alessio Marangelli).

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload