Stampa questa pagina

"L'ho ucciso io e non me ne frega un c... che è morto": omicidio in stazione, confessione shock

Nel 2013 colpito da un decreto di espulsione

La squadra mobile di Foggia ha arrestato Idriss Ouaamou, marocchino di 32 anni, perché responsabile dell’omicidio del concittadino Karim Sisi, 34 anni, avvenuto lo scorso 24 aprile.

LA SEGNALAZIONE. Il 24 aprile scorso è giunta una segnalazione al 113 per una persona riversa a terra, accoltellata nei pressi del cimitero. Giunti subito sul posto, nella zona dello scalo ferroviario denominata ‘Platea lavaggi carri bestiame’, gli agenti hanno bloccato due cittadini extracomunitari in stato di agitazione. Gli stessi hanno riferito di una persona accoltellata all’interno della recinzione della sede ferroviaria: infatti, dopo un sopralluogo, gli agenti hanno individuato un uomo a terra, a petto nudo, con vistose chiazze di sangue e numerose ferite da taglio sull’addome e all’altezza dell’avambraccio destro.

LA CONFESSIONE. I due cittadini sono stati subito fermati, per evitare una eventuale fuga o inquinamento delle prove e dello stato dei luoghi. Uno di loro, Ouaamou, ha confessato agli agenti di essere l’autore materiale dell’omicidio dichiarando: ‘Sono stato io a ucciderlo e non me ne frega un cazzo che è morto’. Nel frattempo, anche l'altra persona fermata accusava Ouaamou di essere l’autore materiale dell'omicidio della vittima, riferendo che lo stesso, con un cacciavite, aveva colpito ripetutamente al torace Sisi e che i due si erano già scontrati, negli ultimi tempi, per futili motivi.

L’AGGRESSIONE. Secondo la ricostruzione della polizia, l’uomo ha aggredito la vittima perché lo stesso era solito ritirarsi ubriaco, con alcuni suoi amici, in tarda nottata e disturbava il sonno dell’omicida lanciando sassi contro il vagone dove dormivano. Nelle vicinanze dei vagoni abbandonati sono stati trovati a terra un cacciavite a stella, un paio di forbici con il manico rotto,  una coperta a una piazza di colore beige con delle vistose macchie di sangue. noltre, dalle indagini è emerso che Ouaamou era già stato colpito da un decreto di espulsione nel 2013 e nel settembre 2014 era stato arrestato per porto abusivo di arma bianca.

di Tiziana Cuttano


 COMMENTI
  •  reload