Omicidio Scrocco, l'amarezza del Sindacato Polizia Penitenziaria: "Lo Stato ha alzato bandiera bianca"
Una vera e propria esecuzione, a freddo, attuata con quattro colpi di fucile alla nuca mentre era a bordo della sua auto. Così è morto nella serata di ieri, 17 maggio, il 32enne Alessandro Scrocco. Il probabile regolamento dei conti è avvenuto in via delle Casermette, mentre la vittima stava rientrando in carcere dove scontava una pena di 15 anni di reclusione a sua volta per omicidio avvenuto in data 2 gennaio 2010: in quell’occasione Alessandro Scrocco uccise a colpi di pistola un diciannovenne a causa di una lite avvenuta la notte di Capodanno.
IL COMMENTO. “La criminalità organizzata ormai non si ferma davanti a nulla - commenta Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria -. E’ evidente che lo Stato ormai abbia ammainato bandiera bianca: non ci sono norme sia dentro al carcere, che fuori dal carcere, che vada a contrastare con fermezza questo fenomeno. Nelle carceri comandano loro ed il risultato sono i continui regolamenti dei conti che avvengono continuamente all’interno delle carceri, ma questa volta è stato ‘alzato il tiro’ arrivando addirittura ad uccidere un detenuto in semilibertà per chissà quale motivo…".
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